Il 7 novembre si è aperta a Marrakech la Cop22, la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, che vedrà impegnate 192 nazioni. Dopo il successo raggiunto con l’entrata in vigore del trattato di Parigi, che obbliga i leader di tutto il mondo a mantenere l’aumento di temperatura entro 1,5 gradi centigradi, è arrivato ora il momento di fissare gli strumenti necessari alla sua attuazione e, dunque, trasformare in azioni concrete i contenuti dell’accordo. Al centro dei prossimi dieci giorni di negoziato, infatti, ci sarà il tentativo di trovare una soluzione condivisa su come alimentare il fondo annuale da 100 miliardi di dollari stabilito dall’accordo per finanziare il trasferimento di tecnologie verdi nei paesi poveri e la realizzazione delle infrastrutture necessarie a rendere possibile la rivoluzione energetica.

Sebbene l’accordo di Parigi abbia riscosso un indiscutibile successo, da questa nuova conferenza non bisogna aspettarsi nuovi obiettivi da raggiungere nella riduzione delle emissioni di gas serra. Al centro delle trattative, infatti, non ci saranno nuovi limiti o nuove scadenze da fissare, ma la creazione di strumenti che possano far mettere in atto quelli già decisi. Scopo ultimo sarà quello di giungere a un’intesa su questi aspetti entro il 2018, data in cui si terrà la prima verifica fissata dall’accordo di Parigi sugli obiettivi che ogni singolo stato si è dato in termini di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030.

Un altro punto che verrà discusso è il cosiddetto meccanismo Loss & Damage, con i quali risarcire dai danni climatici ormai inevitabili i paesi più poveri. 

Infine, si possono riassumere le richieste avanzate come Wwf: valorizzazione della rapida entrata in vigore dell’accordo; preparazione di cicli di revisione efficaci che aumentino l’ambizione sulla base della conoscenza scientifica acquisita e del rispetto del principio di equità; avvio di iniziative di collaborazione per riempire i gap di mitigazione e adattamento prima del 2020; sviluppo di sistemi di contabilità e trasparenza efficaci; certezza sui livelli di finanziamento per il clima, attraverso un accordo sulle metodologie contabili; sviluppo di tappe e indicatori concreti per l’obiettivo globale dell’adattamento; preparazione di un ambizioso piano di lavoro quinquennale per il Warsaw International Mechanism per le perdite e i danni associati agli impatti del cambiamento climatico.

Al momento però prevale l’ansia seguita all’elezione di Donald Trump che potrebbe azzerare i progressi fin qui compiuti. 

Veronica Nicotra -ilmegafono.org