Difficile non conoscere Ai Weiwei, l’artista cinese che, specialmente da quando è stato incarcerato, nel 2011, dal governo del suo paese per 81 giorni, è diventato uno degli artisti contemporanei più importanti al mondo. A Palazzo Strozzi, capolavoro del Rinascimento fiorentino, troverete fino al 23 gennaio una retrospettiva degli ultimi trent’anni del suo lavoro.

La mostra, dal titolo “Ai Weiwei. Libero”, offre al visitatore una moltitudine di fotografie, video, istallazioni e sculture. La polemica nata attorno ai gommoni che l’artista ha fatto provocatoriamente piazzare sulle finestre del palazzo, che ci piacciono molto, è servita solo a dare maggior risonanza all’evento.

All’interno troviamo anche altre istallazioni che sensibilizzano il pubblico sul tema dei migranti: migliaia di giubbotti di salvataggio sistemati a mo’ di fiori di loto e alcune migliaia di foto scattate da Weiwei nei campi profughi del Mediterraneo, come quello sull’isola di Lesbo.

Queste opere di denuncia sono un grido d’allarme e ci permettono di capire questo artista e dissidente politico che tanto è stato vessato nel suo paese e che, da qualche anno ormai, si prende la sua grande rivincita da extracomunitario e rifugiato politico che si impone fortemente nel panorama artistico contemporaneo.

Per tutte le informazioni sulla mostra visita il sito dedicato cliccando qui.

Angelo De Grande -ilmegafono.org