Allacciate le cinture e tenetevi pronti ad una scarica di musica estremamente potente, un’onda d’urto che vi si schianterà contro con una dirompenza disumana. È tutto caotico, poco delineato, sono gli strumenti che gridano, l’energia degli amplificatori mandati in saturazione: quella dei Morkobot, band emergente dal genere del tutto originale, non è di certo musica per cuori deboli o per chi è in cerca di un po’ di relax.

Come avete sicuramente già capito, dire che i nostri musicisti sprizzano energia dai loro strumenti è solo un eufemismo. Il loro genere è qualcosa di incredibilmente potente, con sonorità forti e ritmi alterni ma sempre spediti. A prima impressione sembra un semplice metal che si fonde con altri generi musicali, ma quel che c’è dentro è davvero qualcosa di più intrecciato: alla vena progressive di tipo metal vengono mischiate esperienze talmente distorte fino ad arrivare al punk o addirittura al noise.

Il messaggio musicale che ci balza in mente quando ascoltiamo una delle composizione dei Morkobot è il progressivo aumento dell’energia, più precisamente dell’entropia sonora, all’interno di quel particolare contesto melodico. Questo moto sonoro cresce e cresce, come per definizione entropica, senza mai diminuire di intensità. È un continuo movimento, qualcosa di irreversibile, una perenne rincorsa verso qualcosa che non si può raggiungere. E il loro ultimo album ce ne dà una prova tangibile.

Si intitola “Gorgo”, è composto da 7 inediti e riassume perfettamente tutto quanto detto finora sui Morkobot. È un tipo di musica che, per concezione compositiva, attira principalmente gli amanti del genere e che, per essere capita, va ascoltata con una giusta predisposizione mentale, per tutti i motivi legati alla caoticità che abbiamo elencato ad inizio articolo.

Per ascoltare il singolo “Kromot” clicca qui

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Gorgo”.