Nel panorama italiano ed europeo Paolo Baldini rappresenta senza dubbio uno dei principali e migliori esponenti del reggae, stile musicale che esprime sempre gioia, libertà e spensieratezza. Questa volta però il nostro artista ha superato se stesso, cimentandosi in una sfida che lo ha condotto fino alle radici del genere. Il primo step della sua nuova produzione discografica è rappresentato da un viaggio verso le zone in cui il reggae ha visto i suoi albori, ovvero la Giamaica. Lì, Baldini ha raccolto e registrato le esperienze musicali di vari artisti della zona, luoghi in cui questo genere è addirittura un modo di concepire la vita.

Durante queste jam-session il nostro artista ha raccolto le sfumature, le differenze tra l’uno e l’altro musicista che prendeva parte agli eventi, traendo da loro le originalità o le evoluzioni del reggae, le quali, attraverso la genialità e l’esperienza di Baldini, sono state collocate nel giusto posto e strutturate in una sala di registrazione nei pressi di Pordenone.

Il lavoro che ne è scaturito e che costituisce il secondo step del suo progetto è davvero una perla per il genere reggae: si intitola “DubFile at Song Embassy, Papine, Kingston 6”. Un titolo che appare molto articolato, ma che rappresenta null’altro che l’indirizzo in cui sono state registrate le tracce grezze in Giamaica, poi modificate ed elaborate opportunamente nelle 16 tracce di cui è composto l’album, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare.

È una produzione ricca di qualità e di elementi interessanti da analizzare. Che il genere piaccia oppure no, l’album è adatto ad ogni tipologia di ascoltatore perché, come è classico per il reggae, riesce a trasmettere comunque positività e gioia di vivere.

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Manuele Foti -ilmegafono.org