La più grande differenza tra uomo e animale è il pensiero, l’essere bestia senziente. I fatti di Dallas e anche di Fermo ce lo confermano. Ma non ci svegliamo oggi. Sono anni che andiamo avanti così. Anni che qui, nel nostro piccolo, lo denunciamo e l’abbiamo sempre fatto. E lo faremo ancora.

Dallas cosa c’entra? Se è stato uno solo, un pazzo furioso come negli altri casi? Certo, può darsi e sicuramente non è giustificabile. Ma il problema profondo, senza fare distinguo, è perché negli Stati Uniti, che (lo ribadiamo ancora una volta) si sono arrogati il diritto di esportare la democrazia, si fanno manifestazioni contro il razzismo. Non si tratta solo di tenere sveglia una memoria, un monito. Ci sono fatti, circostanze, omicidi che fanno pensare che il razzismo non sia finito.

Eppure a volte mi chiedo che cosa siamo. Noi siamo subissati di serie tv, film e stupidaggini. Quante volte abbiamo visto la macchietta del ragazzo o dei ragazzi neri? Ricordate la polemica sugli attori neri agli Oscar? In realtà, il problema è tutto qui. Quando si fanno i distinguo non si ribadisce un’identità ma si fa razzismo. E più distinguo si fanno e più ghetti si creano. Se si creano i ghetti si creano le differenze, l’esigenza di ribadire la propria diversità e quindi una presunta superiorità.

Finché non impareremo a rappresentare la realtà come è, cioè fatta di uomini e donne uguali e, soprattutto, con stessi diritti, non ne usciremo. In questo, la cultura ha una responsabilità gigantesca e forse ha a disposizione l’unica arma che può servire: insegnare, formare e far riflettere. Perché non esista Fermo, non esistano gli omicidi a sangue freddo da parte delle forze dell’ordine o di chiunque altro. Chiamatelo per quello che è: razzismo. O continuate a rinnegare la verità e a urlare “buuuuuh” negli stadi.

Penna Bianca -ilmegafono.org