Ho sempre creduto che a Milano non restasse più molto dell’antico splendore. I navigli interrati, gli edifici bombardati, l’architettura moderna che troneggia e avvolge anche quel poco che resta di storicamente importante; tutto questo mi aveva fatto pensare che a Milano non ci fosse poi tanto da vedere, ma mi sbagliavo.

Oggi vorrei presentarvi uno dei monumenti che mi hanno fatto cambiare idea. A soli quattro chilometri dal centro storico di Milano, in direzione nord-ovest, si trova l’antica Certosa di Garegnano. Questa struttura, un tempo in aperta campagna, è oggi integrata nel tessuto urbano e lambita da un cavalcavia che connette all’autostrada Torino-Venezia.

Son sicuro che pur essendo molto vicino, anzi ormai integrato nel tessuto del capoluogo lombardo, questo monumento, così come anche gli altri che arricchiscono questa città, sia molto poco conosciuto, e non solo da me. Questa Certosa fu fondata alla metà del XIV secolo da Giovanni Visconti, vescovo e signore della città di Milano, e ufficialmente consacrata nel 1367. In questo luogo passarono personalità illustri come Petrarca, San Bernardino da Siena, San Carlo Borromeo e persino Filippo IV di Spagna.

La sua struttura (l’attuale forma risale a lavori di aggiornamento architettonico avvenuti durante il XVI e XVII secolo) si trovava un tempo all’interno del bosco della Merlata, zona celebre per essere frequentata da briganti e gente di malaffare. Costoro, il 23 aprile 1449, vi entrarono compiendo razzie e sottraendo quindi oro e preziosi. La facciata della chiesa e l’atrio che la introduce furono rielaborate in forme rinascimentali a partire dal 1562, sostituendo l’antica struttura, sicuramente fortificata, e ricordano un’altra struttura, a essa contemporanea, oserei dire quasi gemella, il complesso di Santa Maria presso San Celso, sul lato opposto della città.

Questi due complessi architettonici sono attribuibili al disegno di Gian Galeazzo Alessi, architetto del palazzo Marino di Milano, del quale la città conserva moltissimi esempi (di cui vi parlerò nelle prossime settimane). Come le altre opere di Alessi, anche questa facciata si ispira a modelli rinascimentali pubblicati nei trattati di architettura di Serlio e Palladio e ne presenta elementi tipici, come gli obelischi e le statue che incorniciano i tre livelli di lesene sovrapposte coronate da un elegante timpano.

Al suo interno troverete interessantissimi affreschi (esaltati nell’Ottocento da una lettera scritta da Lord Byron quando la visitò) di Daniele Crespi e Simone Peterzano, il maestro di Caravaggio per intenderci! Ma non voglio descrivere troppo quest’interessantissima architettura misconosciuta e vi invito dunque a scoprirla, a farci un salto prima o poi, quando vi troverete nella città della moda e avrete voglia di conoscerla meglio.

Angelo De Grande –ilmegafono.org