Il buco dell’ozono può finalmente tirare un sospiro di sollievo, è proprio il caso di dirlo. Entro quest’anno, infatti, dopo oltre quarant’anni di lotte e decisioni rimandate, i clorofluorocarburi, gas altamente tossici utilizzati qualche tempo fa per spray ed elettrodomestici, saranno del tutto banditi dal mercato. Pur essendo stati vietati per alcuni congegni di largo consumo, i CFC erano ancora utilizzati per la produzione di inalatori per l’asma, di vitale importanza per i soggetti a rischio.

Gran parte dei gas incriminati era già sparita grazie al divieto diffuso nel 1978 negli USA e alla definitiva decisione del 1987 con il Protocollo di Montreal, ma per gli inalatori ad uso medico erano state disposte deroghe in attesa di scoprire una valida alternativa ai CFC. La ricerca ha fornito risposte positive, motivo per il quale l’Agenzia dell’Onu per l’Ambiente ha proclamato il divieto definitivo del CFC entro il 2016. L’assottigliamento dello strato d’ozono che circonda il nostro pianeta annovera tra le sue cause principali proprio questi gas, un problema che desta molte preoccupazioni vista la funzione salvifica da esso svolta: l’ozono, infatti, protegge dalle radiazioni solari più nocive, quelle che causano malattie e problemi alla pelle.

Lo strato d’ozono tende ad assottigliarsi in modo del tutto naturale con l’arrivo delle stagioni calde, ma nel 1976 si scoprì che questo processo mostrava numerose irregolarità dovute al cospicuo rilascio di CFC nell’atmosfera. Da quel momento si è cercato di arginarne il consumo con divieti perentori, fatta eccezione, come detto,  per gli inalatori per l’asma. Il cloro contenuto nei CFC, salendo sullo strato d’ozono, azionava una reazione chimica che scindeva la molecola d’ozono, per l’appunto, allargando a dismisura l’assottigliamento.

La decisione presa nel 1976 provocò numerose proteste da parte di case di produzione e governi, ma fu poi ribadita nel 1987: i paesi sviluppati dovevano definitivamente bandire i CFC entro il 2000, quelli in via di sviluppo entro il 2010. Restava l’incognita inalatori, che, finalmente, possono dirsi indipendenti dall’utilizzo di CFC.

Nel 1994 lo strato d’ozono raggiunse il suo record negativo assoluto, frutto di decenni di ascesa dei CFC, che impiegano molto tempo per risalire l’atmosfera. Le misure di sicurezza anti gas nocivi prese dalle organizzazioni internazionali lasciano ampi raggi di speranza agli scienziati che prevedono un ritorno all’equilibrio dell’ozono entro il 2020, che potrebbe ripristinare le sue condizioni ottimali entro il 2060. L’attesa è lunga, ma vale la pena rispettare le regole.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org