Di elezioni hanno parlato tutti, con quella voglia di analisi e con voli pindarici spesso propri di chi non ha nulla da dire. Mi ci metto anche io? In parte, solo per offrire un quadro complessivo e meno dettagliato dei solo +1% e -0,5% che sembrano dire tutto o niente.

Primo. Sembra che la politica sia ormai un gioco a sfidarsi, odiarsi in campagna elettorale e poi esultare. Peccato che non si tratti di un calcio di rigore, ma di doversi prendere delle responsabilità nei confronti dei cittadini. Ci vorrebbe, in questi tempi matti, un approccio molto più pacato e serio nell’avvicinarsi all’amministrazione della cosa pubblica. Rinfacciarsi il risultato non è il massimo se ci si gioca l’opportunità grossa di migliorare la vita dei cittadini.

Secondo. La maggior parte dei discorsi in campagna elettorale si limitano a dire cosa non va delle amministrazioni precedenti. E va bene. Ma cosa si propone? Se la soluzione a tutto è coprire le buche delle strade direi che non ci siamo. In altre parole, manca uno slancio di fantasia e la risposta a una domanda banale ma non scontata: come vorresti che fosse la tua città? Se la risposta è pulita e sicura ci va bene, ma manca molto altro. Su questo credo che nessuno possa togliere a Pisapia il merito di aver trasformato Milano in una città viva, almeno nel centro storico, con iniziative ed eventi che nel weekend non lasciano mai i cittadini in poltrona. Forse una risposta lui l’aveva data alla domanda e secondo me c’è anche riuscito bene.

Terzo. Si parla solo del male delle amministrazioni precedenti forse perché l’unica versa riflessione che c’è da fare è che esiste una gran voglia di opposizione. A tutto, a tutti. I partiti del centrodestra e le loro schermaglie, la sinistra del Pd separata in casa. Mi sembra ci sia più voglia di distruggere che di costruire.

Quarto. Dove è finito l’entusiasmo? Le foto spesso truci dei candidati sembrano quelle dei giocatori prima delle partite invece che quelle di persone stimolate a dare il massimo. Anche gli eventi son parsi più scarichi. A Milano, la bellissima e coinvolgente campagna elettorale di Pisapia ha lasciato il posto al basso profilo di Sala. Piazza Duomo piena di gente, il popolo arancione: per la campagna di Pisapia fu un momento bellissimo e coinvolgente soprattutto per chi non era di Milano e si sentiva un po’ più a casa a cantare Elio con i residenti.

Tutto questo per giungere alla conclusione che dopo le amministrative a rimetterci siano due cose sane per la vita politica di un Paese: la passione delle persone e la riflessione politica.

P.s.: in realtà sarei anche io uno di quelli che parlerebbero di percentuali per delle ore. Perdonatemi: le elezioni sono come i tornei di calcio delle nazionali e alla fine han sempre vinto tutti, alla fine, comunque vada, hanno sempre tutti da ridire e, anche se non vinci mai, li guardi sempre. Fino alla fine.

Penna Bianca -ilmegafono.org