Mi sembra di evidenza chiara che, se una donna non accetta che il suo corpo vada incontro a cambiamenti, mai potrà ospitare una maternità. Il “nuovo” che è stato concepito in lei esige spazi per svilupparsi, invoca tutta una nuova organizzazione del corpo femminile finalizzata alla sua nascita. E anche dopo c’è bisogno che la donna si organizzi diversamente tenendo conto di ciò che è venuto fuori da sé. Posso aggiungere che tutto ciò è un’esigenza del bambino che nasce e poi cresce ed è necessario darglielo senza nulla chiedergli in contraccambio? Quando poi sarà autonomo, allora avrà relazioni mature, paritarie con gli altri adulti. Se posso usare questo esempio e applicarlo alla società di cui siamo parte, allora temo che escano fuori delle conclusioni non da fiocchi azzurri o rosa. Sarebbe bello poter spargere rose e fiori, speranze e fiducia sempre e a piene mani.

Ma non esiste un parto che non sia accompagnato da qualche apprensione e da doglie. La cicogna non esiste. Esiste la sala – parto. Così è. Ho il timore che la nostra società preferisca la sterilità piuttosto che affrontare i patemi di una maternità. Si ha paura delle modifiche di cui il “nuovo” abbisogna. Il nuovo non deve esistere. Possiamo chiacchierare su tutto, mettere in discussione la qualunque a patto che il sistema sociale globale rimanga intatto. La parola ci è concessa ma all’interno del sistema. Si possono fare pronostici o indicare linee di sviluppo a livello locale e mondiale ma sempre dentro un sistema di cose che deve rimanere indiscutibile. Ed è in questo ambiente culturale – politico – economico asfittico che ci stiamo suicidando come società e come individui. La storia ci urla di prendere atto di svolte epocali, di sfide assolutamente da affrontare, di un “nuovo possibile”. La sordità dei detentori del potere, però, è da spavento. Ma è sordità dei governi e delle istituzioni internazionali oppure è impossibilità a responsabilizzarsi di fronte a Poteri assoluti che ti spazzano via se non obbedisci ?

Vorrei evidenziare alcune cose. Poi ognuno la penserà come vuole.

1) Il fenomeno dell’emigrazione dal Terzo mondo a noi, sia nel Mediterraneo che nelle Americhe, è ormai massiccio e incontrollabile. È un fenomeno epocale. Lasciamo perdere le cause, vediamo le reazioni che provoca: chiusure delle frontiere, innalzamento di mura, filo spinato, costruzione di prigioni denominate “centri di accoglienza”, stato di emergenza, senso di panico nelle masse. Non ci si rende assolutamente conto che qualcosa di nuovo c’è in questa precisa e nuova mobilità dei popoli. Cosa? Che ormai sta arrivando al punto di rottura la criminale differenza di reddito tra i ricchi e i poveri del pianeta. Che ormai è insostenibile che una minoranza di struzzi mangi e accumuli ricchezze depredando il pianeta e uccidendo culturalmente ed economicamente popoli interi.

I popoli non ne possono più, esigono di esistere. Scappano tutti dalla miseria: uomini, donne, bambini. Oppure arrivano a mandare i loro figli minorenni, da soli, da noi, affrontando i rischi di una probabile morte, con la speranza che poi questi trovino un lavoro e mandino qualche soldo a casa. Questa storia dei minori stranieri è stata subito fiutata dalle mafie mondiali in giacca e cravatta, che così stanno realizzando profitti giganteschi con il traffico di organi. Il confine tra Messico e Stati Uniti è la capitale di questo traffico, che ormai fa concorrenza ai proventi del traffico di droga. Il Mediterraneo segue a ruota. Tutti lo sanno ma… nessuno lo sa. Se non si comincia allora a modificare questo sistema economico – politico, gli immigrati saranno sempre visti come una “emergenza” e respinti o rinchiusi come destabilizzatori, invasori, abusivi. Continueranno ad essere schiavizzati (“clandestinizzati” dagli organi dello Stato) e vilipesi.

Il “novum” culturale ed economico che avanza con essi, abortisce e riprendono vita le mummie soffocanti dei nazionalismi, degli Stati che mostrano i muscoli (vedi la Russia di Putin), crolla l’Europa, ruggisce trionfante il capitalismo post moderno che invisibile tutto avviluppa e imbastardisce, compresi gli Stati (vedi la crisi della Grecia, vedi i miliardi concessi dalla UE alla Turchia).

2) Il commercio delle armi vive una stagione d’oro. Il valore delle compravendite tra UE e Medio Oriente è di decine di miliardi di euro. Solo l’Italia, nel 2015, ha superato i 10 miliardi nella vendita di armi in MO. In primis all’Arabia Saudita. Il papa non perde occasione per condannare i signori della guerra. Ma le guerre non possono finire mai perché sennò il commercio di morte finisce tirandosi appresso tutti gli altri settori dell’economia nei quali vengono investiti gli utili. No, le guerre devono esserci. Il MO deve bruciare, i Palestinesi devono scomparire! È la logica di mercato….. siamo in mano ai maledetti. I veri signori della Terra.

3) In un clima di silenzio/assenso degli organismi internazionali e su un terreno preparato con le armi mediatiche e giudiziarie, in America Latina sono in atto dei golpe puliti, indolori ed efficaci. Sono probabilmente i colpi di Stato in stile XXI secolo. Il primo ad essere preso di mira fu il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, diventato improvvisamente brutto, cattivo e di cattive frequentazioni. Poi fu la volta del presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, nel 2009. Quindi, diventò cattivo e si dimise Fernando Lugo in Paraguay.

E non dimentichiamo la lotta che si sta conducendo contro Cristina Kirchner in Argentina. Ci ricordiamo di Lula da Silva e poi di Dilma Rousseff? E secondo le opposizioni, chi dovrebbe governare? Che caratteristiche dovrebbe avere un buon governo in quel povero continente? Semplice: essere amico degli Stati Uniti, prendere le distanze assolutamente dal cosiddetto “vento del socialismo del XXI secolo”.

Ma è possibile portare indietro le lancette dell’orologio della storia? Purtroppo sì. Si trova infatti nel taschino “di chi può” far questo. Questo sistema è vecchio, con l’utero legnoso, incapace di far nascere. Ci mancava solo la Cina al gran ballo della morte. Ci è arrivata e se la sta cavando proprio bene. Naturalmente ha dovuto accettare le regole d’oro “dell’unica – realtà – che – può – esistere”: il capitalismo che vive di vita propria, del tutto staccata dalla ricchezza reale e dai lavoratori. Il capitalismo immorale che è la religione assoluta dedicata al dio denaro che esige vittime a dismisura.

In questa notte oscura che non lascia presagire nulla di buono (perché la gente ormai non vuole pensare più, non crede più in niente e ci si guarda come i cani affamati che si contendono un osso), bisogna guardare le piccole stelle. Io lo faccio, ed ecco perché sono un inguaribile sognatore. Guardo le testimonianze di solidarietà, le esperienze di economia alternativa, i volontari che credono nell’uomo, chiunque esso sia, e si spendono meravigliosamente, i giornalisti dal cuore puro e la coscienza libera, la gente semplice che sa dichiarare: “Il re è nudo!”. I poveri hanno una doppia valenza: per alcuni incutono timore. ATTENTI ALLA RABBIA DEI POVERI!

Per altri sono un mare cristallino di umanità tutta da abbracciare, di valori veri. Hanno da offrirti solo se stessi, non hanno altro ed è tanto, tanto davvero. Ti ricordano chi è l’uomo, cos’è la dignità, cos’è la danza, cos’è il sudore del lavoro, il pane guadagnato onestamente. Ne puoi sfracellare i corpi, soffocarne i sogni nel vuoto di un progresso tecnologico che li scarta. Ma il loro profumo antico di umanità è così tanto, ma tanto credibile. Ed è per questo che continuo a crederci nei diritti e nella giustizia che germoglierà anche se ora c’è da resistere, resistere senza retrocedere a manichini vestiti alla moda ed esposti in vetrina.

padre Carlo D’Antoni –ilmegafono.org