Trecentosettantametri lungo, quattro metri alto. Dovrà sembrare così a fine maggio l’ecomostro nazista voluto dal governo austriaco. Una bella palizzata come usavano fare i nostri antenati: probabilmente metteranno qualcuno con la clava. Trecentosettantametri lungo, quattro metri alto, mentre il confine tra Italia e Austria è lungo ben 430 chilometri, diciamo mille volte di più e l’altezza è data dal limite atmosferico del pianeta. Sgombrato il campo dai dubbi numerici di un provvedimento di questo tipo, possiamo finalmente concentrarci sul suo valore altamente simbolico, per gli austriaci e per noi tutti. Perché è chiaro che di simbolismo si tratti, a meno di voler ammettere che, oltre che candidato a entrare nel novero di chi disprezza le regole della civiltà umana, il governo austriaco sia anche composto da imbecilli.

È chiaro che il tema migranti è un pretesto, è il tema del momento su cui fare leva per portare a casa qualche bel seggio. Da noi si chiama clientelismo, in Austria si chiama Werner Faymann. Che addirittura parla di misura giusta e necessaria. Un intelligentone, non c’è che dire. Beh non è tutto. La barzelletta si arricchisce di temi interessanti e questo castello di fandonie si allarga. Il governo austriaco pretende anche, bontà sua, di poter far salire la Polizei sui treni a partire direttamente dal suolo italiano.

Detto questo, pretendo di avere nome e cognome di ogni cittadino austriaco che venga a passare le vacanze sulla costa Toscana affinché possa sincerarmi della sua bontà. Credo che la mia cittadina, come altre, non sia attrezzata a ricevere duemila austriaci.

Eh sì, perché il cancelliere, come ogni buon cialtrone di questo pianeta, pretende che i problemi siano degli altri e i meriti e i vantaggi suoi. Quindi, in un mondo globalizzato e in un’Europa che usa un’unica moneta, c’è chi vuole procedere a ergere muri e a ripristinare i controlli. In Austria non c’è nessuna invasione come non c’è in Italia e questo l’hanno detto decine e decine di studiosi e giornalisti. Ma il prode cancelliere non ci sta proprio e a nulla valgono i richiami dalla Commissione.

Forse è proprio qui il problema. Che non ci sono meccanismi di correzione se non quelli economici per regolare i rapporti tra le istituzioni europee e gli stati che ne fanno parte. E quindi ciascuno faccia come vuole purché rispetti il rapporto deficit su PIL. Questa Europa dei muri è esattamente quello che hanno voluto, con scelte economiche e politiche insensate nel corso di questi ultimi anni, i Paesi dell’Europa Centrale. Un’Europa dispotica, invisa ai suoi proprietari, ovvero i cittadini, e quindi facilmente vittima di chi voglia poi additarla come un problema oppure come la maestra cattiva che ti riprende se rivendichi un non meglio specificato diritto.

Ma non temete per il futuro, in fondo anche Mussolini diceva: “Per noi fascisti le frontiere, tutte le frontiere, sono sacre. Non si discutono, si difendono”.

Penna Bianca -ilmegafono.org