Questa settimana vi proponiamo gli Emily Sporting Club, una band emiliana che si presenta al debutto con un concept album che è un omaggio a Pier Vittorio Tondelli. Fermi tutti! Cancellate tutto quello che avete pensato in apertura. Non si tratta di una sviolinata. Non si tratta di una coverata becera da baretto. Vi state accingendo all’ascolto di  un cd che è la trasposizione musicale delle idee e dei principi dello scrittore di Correggio, autentica voce fuori dal coro dell’Italia negli anni ‘80.

Innanzitutto iniziamo con le presentazioni. Gli Emily Sporting Club sono: Nicola Pulvirenti (voce), Elisa Minari (basso), Silvio Valli (chitarre), Alfredo De Vincentiis (batteria). L’Emilia Paranoica è un punto di partenza, per un album in cui si alternano varie sonorità, quasi una colonna sonora di un racconto, tra new wave, rock ma anche richiami alla grande tradizione del prog italiano. 

Nasce tutto da un romanzo, “Altri Libertini”, perché, come afferma la stessa band,“grazie alle pagine scritte da Pier hanno preso una forma poetica le strade, le musiche e le relazioni che abbiamo vissuto. A tanti anni di distanza Altri Libertini racconta un’età di passaggio, un’età di fuga, un momento di crisi attraverso un linguaggio universale che è quello dell’elettricità del pensiero, che rende questo romanzo più che attuale, forse anche per le nuove crisi che stiamo attraversando. La condivisione allora diventa naturale: il desiderio di comunicare la forza e la dolcezza di quelle pagine per noi si è fatto musica”. 

Un aspetto estremamente interessante di questo album e dell’idea che c’è dietro è quella di scrivere testi originali prendendo spunto da Tondelli (se non lo conoscete, fate almeno un passaggio rapido su wikiquote). In questi testi c’è necessariamente un misto di anni ‘80. C’è lo stesso spirito delle canzoni del Blasco. Quella rabbia sopita, la solitudine dei pensieri e il brio delle comitive. Le riflessioni profonde e la leggerezza. Sentirsi diversi. Lo spaccato che ce ne danno gli Emily Sporting Club è da antologia. È uno spaccato di vita del passato. I testi sono espliciti, forti, diretti, senza nascondersi dietro alcun velo di perbenismo. Tra i brani che ci propongono, segnaliamo sicuramente Postoristoro (che ci parla di “giochi chiusi in fretta per un buco”). 

Meravigliosa anche Emily Sporting Club, con il bar tipico dell’immaginario collettivo dei perditempo, quelli che stanno lì “a dare calci in culo al tempo che c’ha davvero un po’ bisogno di essere strapazzato per avanzare con un po’ più di brio”, la gente che sta “a svaporare il giorno al bar dell’Emily Sporting Club”. Piedi inversi  ci racconta di passi “su sputi e drink inutili a colorare questi giorni qui”. Del brano Del lavoro ci piace l’intro sul testo quasi letto su un basso che avanza. Mentre di Hangover ci vogliamo tatuare “i vestiti a un grado da sublimare”. Questo concept album, che scorre tutto d’un fiato, sembra una scena di un film di un pazzo, di quelli che tutti prendono per scemo e a cui nessuno dà conto. Ma in fondo “dietro un matto c’è sempre un villaggio”.

Penna Bianca -ilmegafono.org