Salvatore Piccione è un cantautore pugliese impiantato a Torino nel quartiere San Salvario. L’omonimo EP con cui prenderà  il via il suo progetto solista sarà pubblicato fra poche settimane. Un disco che nasce da un’importante collaborazione, quella con Matteo De Simone, cantante-bassista dei Nadàr Solo, uno dei protagonisti della scena indie torinese in cui Salvario si è immerso negli ultimi anni.

Di questo Ep ci piace molto Mare che ha il sound di una ballata, ma profondamente svecchiato, più Mumford & Sons (al netto degli strumenti più tradizionali) che Dylan. Bellissima la chiusura della strofa che parla al passato, “come quando tutto era un pallone quasi fosse una religione”.

Salvatore Piccione sviluppa un indie-rock essenziale ma efficace. Si inserisce nella tradizione ma con un occhio agli ultimi solisti arrivati sulla scena. Senza i voli pindarici (eccezionali) di Di Martino, senza la malinconia della ditta Brunori e senza la spensieratezza di Dente. C’è quel velo di profondità, l’occhio nel baratro, la sensazione umida di nebbia padana accompagna queste canzoni portandosi dietro il posto in cui nascono.

Questo forse il dato caratteristico di un artista dalla voce matura e molto molto calda. L’apice lo tocca in Tutto quello che ho da dire, un testo parlato e urlato: “Se le stelle sono stronze puoi cambiarle anche tutte se vuoi”. Bellissima poi la frase “la serenità è un lungo corridoio tra la menzogna e la verità”. Profondo e intenso, Salvario si presenta nel migliore dei modi. L’ep è gustoso. Non sappiamo quanto sarà fortunato.

Penna Bianca -ilmegafono.org

salvario

La copertina dell’omonimo ep di “Salvario”.