È un argomento tabù per molti, pur essendo un fattore che accomuna quasi tutte le specie viventi. Parliamo dei nostri “rifiuti” biologici, quelli che, con un eufemismo, chiamiamo deiezioni. I più raffinati non amano raccontare le caratteristiche di questa attività fisiologica, ma gli studiosi affermano che l’energia potenzialmente ricavabile dal riciclo delle deiezioni umane potrebbe alimentare a livello globale circa 138 milioni di case, per un valore di 9,5 miliardi di dollari l’anno.

Dagli scarti della lavorazione, inoltre, si potrebbero ottenere circa due milioni di tonnellate di combustibile equivalente al carbone da legna. L’indagine, condotta dall’Istituto Canadese per l’Acqua, l’Ambiente e la Salute, che fa capo direttamente all’Onu, rivela vantaggi non soltanto a livello ambientale, ma anche da un punto di vista strettamente sanitario.

Analizzando la situazione delle società con economie emergenti, infatti, si percepisce la necessità di agire quanto prima sulla questione. La ricerca condotta dall’istituto canadese ha evidenziato che in India, ad esempio, risiede la maggior parte delle persone che usano defecare all’aperto, su un campione di un miliardo di abitanti a livello globale. Il biogas ottenuto dalla lavorazione degli scarti umani produrrebbe un valore stimato tra i 200 e 378 milioni di dollari, ai quali si aggiunge quello generato dai fanghi residuali, compreso tra i 4,8 e gli 8,5 milioni di tonnellate di combustibile.

Un processo, questo, che in primo luogo eviterebbe di abbattere milioni di alberi per la produzione di carbone, ma che riuscirebbe anche a combattere la diffusione di malattie contagiose apparentemente innocue come la diarrea, che ogni anno provoca oltre 400 mila morti compresi bambini e neonati.

Il Direttore dell’istituto canadese Zafar Adeel non ha dubbi: “I rifiuti hanno pochi rivali quando si tratta di creare povertà. Cambiandone la gestione si possono combattere anche disordini igienico-sanitari che provocano epidemie globali”. Il biogas ottenuto dalla lavorazione degli scarti biologici è una miscela di gas ottenuto dalla fermentazione anaerobica del materiale organico, tra i quali si annoverano anche le deiezioni umane e animali. Si può essere ambientalisti anche senza volerlo, quasi per natura.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org