Cosa penseranno adesso coloro che si arrabbiano ogni volta che qualcuno dice che l’Italia è un Paese arretrato, soprattutto sul piano politico, e con un livello culturale profondamente degradato? Cosa faranno, invece, i personaggi horror che cavalcano l’onda della “famiglia prima di tutto”, intendendo per famiglia solo quella sicuramente pacifica, sincera e resistente struttura formata da una coppia etero? È impossibile non pensare a loro, alle sentinelle in piedi, ai ciellini, ai tuttialfamiliday, ai politici conservatori di ispirazione più varia (dai cattolici scuola Udc ed ex Margherita, con in testa Binetti e Giovanardi, ai bifolchi pagani/padani della Lega, dai residuati fascisti stile Gasparri fino ai cani sciolti Ferrara e Adinolfi): chissà come stanno rosicando dinnanzi alla sentenza della Corte di Strasburgo che condanna l’Italia per l’assenza di una normativa che preveda e regolarizzi le unioni omosessuali.

Come reagiranno? Scenderanno in piazza contro loro stessi, correi di un comportamento criminoso che ci è costato una condanna con sanzione annessa? Non si sa, ma di sicuro staranno vivendo male questi giorni, si saranno attaccati al telefono per studiare le prossime mosse, per cercare di organizzare un duro ostruzionismo in Parlamento, dal momento che adesso il governo è costretto a fare in fretta per approvare una legge che ci faccia uscire dall’illegalità. Magari chiederanno consiglio a qualche cardinale della vecchia guardia, di quelli che detestano il Papa e le sue aperture, la sua visione di una Chiesa meno anacronistica e più inserita nella società del suo tempo, con nuove sfide e nuove tematiche.

Chissà cosa si muove nel sottobosco omofobico italiano, mentre l’Italia dei diritti festeggia e adesso giustamente pretende una legge, un atto dello Stato laico che spazzi via qualsiasi ipocrisia e qualsiasi ingerenza. Ci riuscirà l’Italia guidata da un boy scout democristiano ad obbedire alla sentenza di una Corte internazionale? O troveranno il modo di rinviare ancora, aggiungere cavilli, trovare sotterfugi all’italiana per costruire testi poco chiari e pieni di insidie ed eccezioni? Se è vero che bisogna obbedire e uniformarsi a ciò che gli organismi sovranazionali impongono (principio tanto sacro e pubblicizzato durante la crisi greca), allora per coerenza bisognerà fare altrettanto con i dettami della Corte di Strasburgo.

Ce lo auguriamo e speriamo anche che la si smetta di dire, ogni volta che si commenta una notizia relativa alle unioni tra coppie omosessuali, che vi sono altre priorità, che “l’Europa” (?) dovrebbe occuparsi innanzitutto di disoccupazione e povertà. Bisogna smetterla, per due ragioni: primo, perché la Corte di Strasburgo, o meglio Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, non è un organismo che fa parte dell’Ue, quindi non c’entra nulla con l’Europa e con azioni politiche contro la povertà o la disoccupazione, per il semplice fatto che la Corte interviene decidendo su ricorsi presentati da singoli individui o da Stati in merito ad eventuali violazioni della “Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”.

Seconda cosa: non è che se ci sono delle priorità allora vuol dire che, in attesa che esse trovino attuazione, tutti gli altri diritti debbano continuare ad essere negati. Questa è una logica pericolosa che puzza tanto di alibi per continuare a rimanere inerti e non prendere decisioni e provvedimenti riparatori. Pertanto, basta tergiversare o fare la graduatoria tra i diritti. Riconoscere un diritto finora negato significa mettere un mattoncino in più nella costruzione di una società migliore, dove l’orientamento affettivo e sessuale non sia un elemento di discriminazione e dove l’amore sia rispettato e tutelato, in tutte le sue forme e varianti, che sono tutte egualmente naturali e valide.

Questa, tra l’altro, è anche l’occasione per far fuori, politicamente, un po’ di personaggi orrendi che ci hanno riempito le orecchie con parole e concezioni ancestrali e terribili. Finalmente abbiamo la possibilità di rimandarli nel buio infinito dell’oblio e dell’antistoria. E di celebrare un po’ di sana civiltà. Il governo, dunque, è avvisato.

Redazione –ilmegafono.org