Un uomo con l’esperienza e il coraggio di Pino Maniaci ne ha vissute e viste tante di cose nella sua vita. Ha conosciuto la bellezza fatta di amicizia, amore, famiglia, stima, affetto, impegno, battaglie vinte, resistenze instancabili e solidarietà; ma, come ben sappiamo, anche l’orrore della mafia, delle minacce, dei pestaggi, dei roghi intimidatori, delle vendette miserabili, dell’idiozia politico-burocratica che ha provato a fermarlo più di una volta. Andando a memoria, possiamo ad esempio ricordare il provvedimento che prevedeva lo switch-off delle frequenze tv per il digitale terrestre, vicenda che mobilitò tantissimi italiani che si posero a difesa della sopravvivenza di Telejato, riuscendo alla fine a fare in modo che Pino e la sua splendida redazione potessero continuare a trasmettere. Si può anche ricordare la penosa storia della denuncia nei confronti di Maniaci per esercizio abusivo della professione giornalistica e il successivo rinvio a giudizio.

L’accusa era quella di svolgere il ruolo di direttore responsabile di un telegiornale senza avere conseguito l’iscrizione all’Albo. Peccato che l’accusa fosse totalmente infondata, dal momento che il direttore responsabile di Telejato non era Pino, ma il giornalista professionista Riccardo Orioles. Pino fu scagionato, sostenuto da tanti cittadini da subito schieratisi al suo fianco, mentre l’Odg nazionale decise di consegnargli la tessera ad honorem. Insomma, per la voce e il volto di Telejato sono stati molti i momenti difficili e le vicende tragicomiche nelle quali è stato costretto a difendersi e lottare per non vedere calpestati i propri diritti. Tutto sempre continuando, senza sosta, a denunciare e raccontare, con immancabile sarcasmo e geniale ironia, il malaffare imperante a Partinico e nel resto della Sicilia occidentale.

Oggi Pino si sta occupando di una delicata questione relativa a presunte anomalie nell’amministrazione giudiziaria dei beni sequestrati, mettendo in evidenza in particolare la figura dell’avvocato Cappellano Seminara, di cui si sono interessate anche trasmissioni nazionali come Le Iene. Puntuale come un orologio svizzero, allora, arriva l’ennesima storia assurda, ai confini del reale, come se lo stile ironico di Pino alla fine si spingesse a contagiare anche le mosse dei suoi avversari o detrattori: l’avvocato Cappellano Seminara, infatti, lo ha denunciato per stalking. Proprio così: stalking! In poche parole, Maniaci sarebbe un persecutore personale dell’avvocato, un molestatore ossessivo che impedirebbe alla vittima di svolgere con serenità la propria vita quotidiana.

La denuncia non è uno scherzo, perché teoricamente potrebbe portare a sanzioni pesanti, tra le quali l’arresto (fino a 4 anni di reclusione) o l’applicazione di misure restrittive di controllo (persino l’obbligo del braccialetto elettronico!). Pino, dunque, sarebbe una sorta di maniaco, forse segretamente innamorato dell’avvocato, al punto da aspettarlo fuori, seguirlo, scrivergli lettere spinte, fargli la posta sotto casa, perseguitarlo perché bramoso del suo amore e del suo corpo. Ecco, questa ci mancava. Ora va bene che Pino sa prendersi in giro e scherzare su ogni cosa che lo riguardi, ma forse adesso si esagera.

Come si domanda, saggiamente, Salvo Vitale (leggi qui), bisognerebbe capire perché Cappellano Seminara, invece di ricorrere a questo artifizio ridicolo, non abbia usato i mezzi classici di cui ogni cittadino dispone per tutelare la propria onorabilità. Perché, ad esempio, non ha mai sporto denuncia per diffamazione nei confronti di Telejato e di Pino per le parole tante volte pronunciate nei confronti suoi e del suo ruolo? “Secondo Maniaci – scrive Vitale – la risposta è da ricercare nella possibilità che la denuncia per diffamazione potrebbe portare alla luce le motivazioni delle accuse fatte da Maniaci e scoprire, soprattutto davanti ai giudici, una serie di inghippi e manovre che è meglio tenere sotto silenzio”.

Non sappiamo come andrà a finire questa vicenda, ma di sicuro, fuori dallo schema grottesco che la caratterizza, bisogna augurarsi che la magistratura non lo trasformi in precedente giuridico, poiché sarebbe ingiusto nei confronti di Pino Maniaci e di Telejato, ma soprattutto perché sarebbe delittuoso far passare il messaggio per cui l’esercizio della professione giornalistica e la libertà di stampa possano essere equiparati a un atto di stalking. Il giornalismo italiano ha già sufficienti problemi per permettersi che ne vengano aggiunti altri, per di più basati su elucubrazioni giuridiche partorite da un fantasioso avvocato.

Massimiliano Perna –ilmegafono.org