Questa volta hanno vinto i cittadini. È solo una battaglia, ma apre squarci di luce che irradiano nuove speranze. Il MUOS, acronimo di Mobile User Objective System, sistema satellitare di comunicazioni made in U.S.A., danneggia la salute dei cittadini. A decretarlo è il TAR di Palermo, che ha accolto con una sentenza il ricorso presentato dal comune di Niscemi (Caltanissetta), sede di una delle quattro stazioni di terra di cui si compone la struttura incriminata. Le onde elettromagnetiche emanate dal Muos avevano destato la preoccupazione di comitati cittadini e di Legambiente, da tempo in lotta per osteggiare l’installazione di quello che da molti è stato ribattezzato “MUOStro”.

Il via libera ai lavori concesso dalla Regione Sicilia, infatti, si presentava assai lacunoso e semplicistico, un lasciapassare che poco tenne in considerazione i reali rischi ai quali la popolazione sarebbe stata sottoposta una volta installato l’impianto Ma non solo. Di fatto, una base americana avrebbe militarizzato il territorio, seppur non esplicitamente, trasformando il comune siciliano in un bersaglio non tanto mobile, oltre che in un ricettacolo di radiazioni più che nocive. Già nel 1991 la Riserva naturale orientata Sughereta è stata funestata con l’installazione della NRTF-8, la più grande base militare americana di tutto il Mediterraneo, scatenando forti polemiche: il via ai lavori per il Muos ha fatto traboccare un vaso già troppo colmo, soprattutto in virtù dei danni ambientali provocati.

La sentenza appena emanata, inoltre, evidenzia la mancanza di indagini preliminari in relazione alle interferenze del Muos nella navigazione aerea dell’aeroporto di Comiso, anch’esso oggetto di polemiche e proteste, oltre ai già citati danni alla salute e all’ambiente provocati dalle onde elettromagnetiche. Sebbene la sentenza si possa eseguire subito e, di conseguenza, la struttura possa essere rimossa, il timore di cittadini e associazioni ambientaliste resta l’eventuale reazione del Ministero della Difesa che potrebbe chiedere la sospensione della sentenza di primo grado.  Del resto, soltanto i ricorsi di Legambiente e dell’associazione No Muos Sicilia sono stati accolti, ricorsi con i quali si chiedeva l’annullamento del provvedimento con cui il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, nel luglio 2013,  revocava i provvedimenti di revoca delle autorizzazioni ambientali, sancendo l’avvio dei lavori.

Nonostante tutto, nonostante la soddisfazione palpabile negli ambienti più attivi contro il Muos, permane un senso di amarezza dovuto al fatto che il ricorso sia stato accolto proprio a lavori ultimati: il mostro c’è, anche se per il momento non funziona. Malcontento anche per l’atteggiamento del Presidente Crocetta, che ha condotto una campagna elettorale opponendosi al Muos per poi fare un discutibile passo indietro al momento della resa dei conti.

D’altro canto, Crocetta ha così replicato alla sentenza, “Per noi non è una sconfitta, non ci siamo opposti al ricorso, siamo stati molto legittimisti fin dall’inizio. Cercheremo di capire le motivazioni della sentenza”, dichiara il Presidente, che continua:“Abbiamo subìto la scelta del Muos, fatta da altri. Non lo abbiamo autorizzato noi, anzi io ho tentato di revocarlo. Siamo stati obbligati a dare le autorizzazioni, dopo il parere dell’Istituto superiore di sanità. Prima di questo non c’era un parere sanitario di un organismo valido. A differenza del precedente governo noi abbiamo subito la scelta del Muos”.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org