All’indomani dell’ondata omofoba scatenata dalle Sentinelle in piedi, il 7 ottobre scorso, il ministro Angelino Alfano, ringalluzzito da chissà quale spirito insurrezionista, emanò una circolare ministeriale secondo la quale i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero sono da dichiarare non validi, dunque illegali, fuori legge nel nostro paese. La risposta da parte di sindaci ed autorità cittadine nostrane è stata una di quelle che, inaspettatamente, hanno suscitato moti d’orgoglio in chi crede ancora nella presenza in Italia di una qualche speranza di civiltà: strenua opposizione alla circolare con tanto di dichiarazioni sconcertate da parte dei vari De Magistris, Marino e Pisapia.

Ebbene, dopo settimane di voci, proteste, accordi e disaccordi, dalla Procura della Repubblica di Udine arriva un chiarimento utile a fare luce su diversi punti. Tutto parte da un esposto avanzato dall’associazione Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbt, che chiedeva l’archiviazione per mancanza dell’elemento soggettivo dei reati ipotizzati.

La Procura si è schierata dalla parte di Rete Lenford, secondo la quale i provvedimenti presi dai prefetti dopo la circolare di Alfano non sono giuridicamente ammissibili: si tratterebbe infatti di prevaricazione, poiché la legge sull’ordinamento dello stato civile prevede una garanzia giurisdizionale alla quale il Ministro non ha badato. La Convenzione Europea dei diritti umani sancisce che le unioni tra persone dello stesso sesso costituiscono espressione di un diritto fondamentale; al contrario, Alfano attribuisce determinate decisioni all’organo legislativo, ossia il Parlamento, fattore che non esclude la validità di decisioni prese da organi istituzionali diversi.

Nonostante l’indignazione dei sindaci sopracitati, tuttavia, il tema delle unioni omosessuali sembra ancora un tabù per i piani alti delle istituzioni che ne parlano considerando spesso e volentieri come problema ciò che in realtà non costituisce problema. Si tirano in ballo la famiglia, la tutela della tradizione, questioni che destavano scalpore negli anni ‘70, ma che adesso fanno solo sorridere. Amaramente.

Laura Olivazzi –ilmegafono.org