Si intitola “The Hunting Party” l’ultimo album dei Linkin Park. La band statunitense, tra le più rinomate nel panorama internazionale grazie al suo innovativo genere musicale, ritorna dunque sotto i riflettori dei palchi di tutto il mondo con ben 12 inediti nuovi di zecca.

Il gruppo, capeggiato dal frontman Chester Bennington, ci propone un album molto interessante dal punto di vista compositivo, come capita da quasi 20 anni a questa parte: i suoni che ne vengono fuori sono quel mix intrigante che unisce hard-rock, nu metal, musica elettronica e rap; nonostante il loro genere sia sempre il solito dal momento della loro formazione (1996), in “The Hunting Party” si colgono comunque delle evoluzioni all’interno di quel determinato contesto musicale. Sono delle evoluzioni che si addentrano maggiormente in questa miscela di stili, estremizzandoli fino a risultare forse eccessivi e, quindi, per un ascoltatore più superficiale, meno piacevoli rispetto alle tracce degli album precedenti.

Per un orecchio attento, invece, l’ultimo lavoro dei Linkin Park, solo per l’abbondanza e amalgama di generi musicali che tratta, risulta essere molto interessante da analizzare. Anche perché “The Hunting Party”, come se non bastasse, può avvalersi di eccellenti collaborazioni che hanno contribuito notevolmente al risultato musicale finale: in Rebellion (pezzo davvero adrenalinico) la chitarra e, a tratti, la voce sono affidate a Daron Malakian, autentica icona nei generi dell’hard-rock e del metal insieme agli altri membri dei System of a Down; Tom Morello (altro chitarrista eccelso, membro dei Rage Against the Machine) compare invece, liberando tutta la sua esperienza in questo settore musicale, in Drawbar.

Collaborazioni che hanno dato vita a tracce davvero fantastiche e che hanno ulteriormente elevato la qualità di un album, quello dei Linkin Park, che non stentiamo a consigliare. Per ascoltarlo clicca qui.

Manuele Foti -ilmegafono.org