Trasformare rifiuti pericolosi in risorse energetiche grazie al riciclaggio: le frontiere del riuso si espandono a vista d’occhio e l’ambiente ringrazia. Il “Green economy report” stilato da Ecopneus, la società senza fini di lucro che si occupa del riutilizzo sostenibile di ruote e pneumatici, rivela in novanta pagine che la produzione energetica ottenuta da pneumatici e derivati è un efficace espediente anche per ridurre le emissioni di anidride carbonica e sostanze nocive nell’atmosfera. Nel report si legge che oltre 247 mila tonnellate di pneumatici sono state trasformate durante lo scorso anno in fonti energetiche, arrivando a coprire l’equivalente del fabbisogno annuo di novantamila famiglie.

Il risparmio è pari a 3,2 milardi di kilowattora, una delle dirette conseguenze, inoltre, è visibile nei 101 milioni di materie prime ricavate dal riciclaggio piuttosto che importate.

Gomma, additivi, combustibili, rottame d’acciaio possono così essere autoprodotti, coprendo anche circa 680 posti di lavoro nelle imprese addette ai lavori. Non soltanto la fase procedurale effettiva, ma anche le fasi come raccolta, selezione e successivo riutilizzo rientrano nella filiera di sostenibilità sulla quale il nostro paese sta sapientemente innestandosi. Nel report i dati parlano chiaro: 33 mila operatori serviti, 17 aziende per la raccolta e lo stoccaggio, 39 aziende per il trasporto.

Il settore degli pneumatici è tra le altre cose uno dei canali preferenziali delle ecomafie, ma una volta sottoposte a processi di riutilizzo, le ruote dismesse vanno ad inserirsi in sistemi economici ben più limpidi. Esistono ancora numerosi cavilli burocratici che impediscono uno sfruttamento possibile del materiale in questione, come ricorda Giovanni Corbetta, Direttore di Ecopneus.

Il rapporto sulla sostenibilità di Ecopneus è stato presentato in un’occasione speciale: è infatti trascorso un anno dalla firma al protocollo per la messa in sicurezza degli pneumatici nella tanto chiacchierata e dilaniata Terra dei Fuochi. Ecopneus è passata ai fatti, raccogliendo nell’entroterra di Napoli e Caserta ben 8500 tonnellate di pneumatici. Da principali artefici dell’inquinamento, a fonte rinnovabile ed innovativa. Dopo l’asfalto, sembra questa la strada giusta da percorrere per i pneumatici dismessi.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org