Repubblica.it mi comunica i redditi dei ministri e del presidente del Consiglio. Sono emozionato. E ho anche un problema. Intanto questi numeri non li capisco. Una fila di cifre (6 per la precisione, decimali esclusi) e per di più senza il calcolo delle imposte. Ok, basta fare diviso due a occhio per trovare il netto (con gli stipendi dei calciatori fanno così), ma continua a confondermi. Forse dovrei vedere quanto prendono all’ora.

Insomma un ministro della Repubblica avrà il suo bel da fare. Saranno tante ore. Ma quante? Ecco perché mi servirebbe una dimensione più umana della faccenda, del tipo: quanto fa all’ora? Hanno i buoni pasto? Quando escono la sera? Il problema è che non so proprio come prenderli questi numeri. Se li ritengo esser troppi sti migliaia d’euri devo incazzarmi. Eccheccazzo. Ho certi amici miei che fanno gli stage di sei mesi a trecento euro e all’ora guadagnano un cappuccino.

Vabbé ma non avevano voglia “di fa gnente”, sò ragazzi, lo sai. Eh no, sò amici miei. Insomma, i soldi del ministro se so troppi ho da incazzarmi. E se son pochi? Forse la mattina lavandomi la faccia mi sento un po’ ministro anche io. Dice: “è andato in vacanza in Puglia che costa poco”. “Ci credo, fa il ministro”. Che poi magari ti viene da pensare che ha bisogno di un aumento. Famiglia monoreddito? I figli a scuola? Dove fa la spesa? “No, ma davvero? Anche lei/lui sfoglia il giornalino delle offerte?”.

Non sono convinto. La faccenda continua a ingarbugliarsi. Perché a scuola mia hanno detto che c’è addirittura chi guadagna più del ministro e senza essere così famoso. Eh, il privato. Ah, il privato, c’hai ragione, performo-merito-guadagno. Seems legit. Mettiamo la retribuzione variabile al ministro? Bah. Io non so più a che credere o che pensare. Fatto sta che il mio giornale di partito preferito si premura di mettere giù anche le macchine nella proprietà di donne e uomini al servizio della Repubblica. Allora è diventato tutto più chiaro.

Insomma con le macchine il confronto viene bene bene. Leggo addirittura di Matiz (dai non siate cattivi), la Matiz! E io che aspettavo di trovarmi delle Ferrari, delle Maserati o almeno, perbacco, un porschettino d’epoca. Invece gnente! Sì vabbè, una Mercedes di Padoan, ma quello è economista, c’ha i soldi per definizione. Ora sto meglio, davvero. Siamo tutti un po’ più uguali no? Sembriamo tutti molto più simili. Mi resta qualche dubbio su sta vita da ministro. Vanno al mercato, con la Panda, le borse con la verdura e le petunie per il davanzale?

Certo che però mi viene da chiedere: ma chi te lo fa fare di fare il ministro se poi devi girare in Matiz? A questa e a altre domande non so rispondere, ma l’amico mio ringrazia comunque Repubblica per la notizia, condita dei minimi particolari. Dice che preferirebbe che la trasparenza fosse un comportamento acquisito e non qualcosa da pubblicare o sbandierare, ma anche a ’sto giro non ci ho capito nulla.

Penna Bianca -ilmegafono.org