Secondo recenti studi anche internet potrà essere in grado di combattere i cambiamenti climatici. Si tratta di un fenomeno nuovo, il cosiddetto “internet of things” (internet delle cose), ovvero una rete nella quale ogni cosa è collegata con un’altra per scambiare informazioni, attraverso le quali sarà possibile porre rimedio a danni naturali. Ci troviamo dinanzi a un’ennesima rivoluzione e, a tal proposito, una domanda sorge spontanea: perché ormai ci affidiamo sempre più al potere del web e della tecnologia?

Nella società odierna, spesso, la colpa dello spreco di energia viene attribuita alla negligenza e alla trascuratezza dell’uomo, ma anche alla sua incapacità di acquisire informazioni. Si potrebbe pensare, quindi, che una soluzione adeguata sarebbe un aiuto da parte delle macchine, al fine di correggere il suo errato comportamento.

Dunque, lo scopo principale di questo progetto, realizzato grazie a macchine interconnesse tra di loro che manderebbero un segnale ogni qualvolta si reputi necessario, sarà la riduzione dei consumi energetici, con la conseguente diminuzione delle emissioni di anidride carbonica nell’aria. Un sistema molto interessante e innovativo, se si considera che, ad esempio, negli Stati Uniti si parla di circa 7 miliardi di litri di carburante bruciati ogni anno da autisti fermi nel traffico. Ciò significa tonnellate di emanazione di CO2 disperse nell’aria per restare fissi sul posto, evitabile almeno in parte se, come in questo caso, le automobili potessero mandare degli avvisi alle altre vetture per indicare che vi è del traffico e offrire percorsi alternativi.

Non ci riferiamo a un’utopia e lo dimostra il fatto che già Google si sta muovendo in questo business, sborsando più di 3,2 miliardi di dollari per un’azienda che produce termostati e investendo nel campo della robotica. Non è la sola multinazionale, visto che anche il gigante Mountain View è da tempo nel settore, sviluppando l’Open Auto Alliance, un gruppo di case automobilistiche che stabilirà delle pratiche comuni in modo che tutti i veicoli, anche di produttori diversi, possano comunicare tra loro, presupposto fondamentale per far funzionare l’internet delle cose. 

Un rapporto del Carbon War Room ha valutato che l’incorporazione di comunicazione machine-to-machine nei settori dell’energia e dell’edilizia può limitare la perdita globale di gas. È certo che questo cambiamento non accadrà in tempi brevi, ma vi sono imprese, soprattutto quelle che hanno già un piede nelle tecnologie coinvolte in processi di connessione globale, che vi impiegheranno del capitale, che andrebbe a favore della salute nostra e del Pianeta.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org