L’inchiesta di Repubblica (leggi qui) in merito ai rifiuti che continuano ad ammassarsi nelle città della Calabria, ci dà lo spunto per illustrarvi quel che avviene nella provincia di Reggio Calabria, nell’area compresa tra la Piana di Gioia Tauro e il medesimo capoluogo. Chi scrive, vive in Calabria e assiste a questa situazione quotidianamente da vicino. La situazione descritta dall’inchiesta perdura ormai da molto tempo; ad intervalli temporali abbastanza frequenti, questa condizione di “emergenza” si ripete con imperterrita regolarità.

Girovagando nei vari paesi della zona, mi sono accorto che la situazione è grosso modo la stessa: montagne di rifiuti fanno da tappeto ai piedi di amministrazioni comunali impotenti di fronte a un problema che sembra irrisolvibile, quantomeno in tempi brevi. In alcuni paesi la spazzatura è stata portata in periferia, in altri si è deciso di agire disponendo equamente un gran numero di cassonetti in modo che il problema appaia meno grave di quanto sia effettivamente; in quelli più virtuosi, al contrario, si hanno esempi di buona gestione, perché si è riusciti ad applicare un buon regime di raccolta differenziata; in altri ancora la gestione è completamente venuta meno e l’immondizia la si trova (forse anche per protesta della cittadinanza) in mezzo alla strada.

Quel che si vede in questi luoghi (di seguito all’articolo, le immagini del nostro reportage, se vuoi vedere il video clicca qui) sono banchine o spazi vuoti istituiti come deposito, del tutto improvvisato, di immondizia. In alcuni paesi si può ammirare lungo una strada, da un lato, la bellezza delle costiere calabresi e, dall’altro lato, sacchi pieni di spazzatura maleodorante che spezzano di netto lo iodio presente nell’aria. Paesaggi e panorami deturpati da questi ammassi, talmente ingenti che, spesso e volentieri, ricoprono addirittura interi marciapiedi, impedendo il normale passaggio dei pedoni. E, purtroppo, questi depositi si trovano spesso vicino a luoghi pubblici, come scuole, università, stazioni ferroviarie e quant’altro.

Sento, sempre più spesso, parole accusatorie contro le amministrazioni comunali, colpevoli di non gestire opportunamente il problema; sono commenti che, a mio modo di vedere, risultano spesso non del tutto appropriati. Perché il problema, così come è accaduto e continua ad accadere nella Terra dei Fuochi, non è attribuibile alle sole amministrazioni locali, ma a tutta la comunità, ai cittadini, agli organismi di controllo e a una politica regionale incapace di sviluppare una cultura e un sistema di gestione virtuosa dei rifiuti. Inoltre, anche la politica nazionale avrebbe il dovere di agire con responsabilità di fronte ad un problema che attanaglia molte aree del Paese. In particolare, quel che serve è una lotta durissima e incessante alle mafie, che sulla gestione dei rifiuti e delle discariche realizzano enormi profitti, e ai loro complici in doppiopetto.

Le soluzioni, però, devono partire innanzitutto da noi cittadini, impegnandoci (incitati ed educati anche dalle amministrazioni) per un’opportuna raccolta differenziata. E poi è assolutamente necessario che si mettano in piedi degli efficaci piani di salvaguardia ambientale, con annesse progettazioni di discariche a norma di legge e centri di raccolta dei rifiuti differenziabili, per evitare situazioni spiacevoli di discariche abusive o, peggio, di cassonetti in fiamme (come se il principio della fisica per il quale nulla si distrugge ma tutto si trasforma non valga per la spazzatura). Serve, insomma, una politica ambientale a tutti i livelli.

Partendo ovviamente dagli enti locali, dalla diffusione di una cultura della differenziazione, attraverso sistemi educativi e una migliore organizzazione nei metodi di conferimento e smaltimento dei rifiuti, e poi la revisione degli appalti, le sanzioni a chi inquina e l’intensificazione dei controlli. Serve tutto questo. Perché non esistono problemi irrisolvibili, ma solo volontà realizzabili. La Calabria è una terra che custodisce storia e meraviglie, il suo riscatto passa anche dalla tutela del suo straordinario patrimonio ambientale. A partire dal decoro delle sue città e dalla salute dei suoi abitanti.

Manuele Foti –ilmegafono.org