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Ci sono cose a cui non riesco proprio ad abituarmi, così come non riesco a cedere alla consuetudine del “tanto qui va sempre così”. Non posso davvero assuefarmi alla devianza, all’illegalità che diviene normale e per qualcuno assume persino il carattere di una caricatura, di qualcosa su cui sorridere. Avrò poco senso dell’humour su certe cose, ma di scherzare non mi va più. Non posso più accettare di considerare una macchietta Berlusconi né pensare che sia “normale” che alle consultazioni Napolitano lo riceva.

Vorrei capire perché un pregiudicato, un delinquente, un condannato debba essere interpellato nelle scelte relative al governo di un Paese che, con la scusa dell‘emergenza economica e di una legge elettorale che non si riesce a cambiare in senso realmente democratico, continua a vivere in una sorta di sistema semi-presidenzialista distorto, perché non deciso formalmente da nessuno, non da una commissione né dal parlamento.

Comanda Napolitano e comandano quei poteri economici e conservatori che hanno trovato in Renzi la cerniera perfetta tra i loro interessi e quelli dei berluscones, a tal punto da spingersi oltre, ancora più in là dell’indegno accordo che ha portato Letta a Palazzo Chigi.

Qui siamo a un ulteriore salto oltre lo steccato della democrazia.

Un salto che facciamo in un clima drogato, pesantemente favorito dalla convergenza di due forze che non si sono mai veramente contrapposte, a cui fanno da contraltare un movimento egocentrico che dovrebbe riflettere sulla grande occasione persa nel post elezioni e una sinistra che è ai minimi storici, patologicamente legata a una figura, quella di Vendola, che con l’eleganza delle parole si illude di poter coprire la mancanza di coraggio e soprattutto la vergogna del caso Ilva (su quest’ultimo aspetto, continuo a immaginare da tempo se i militanti di Sel avessero mostrato la stessa benevolenza anche nel caso in cui fossero stati un Bersani o un Grillo a dire certe parole e approvare certi gesti). Oppure si getta a capofitto tra le braccia di un salvatore della patria venuto dalla Grecia, solo perché pronuncia parole che qui qualcuno ha dimenticato da tempo.

Sono cose che mi fanno male.

Come fa male pensare che in tutto questo marasma, chi ne beneficerà sarà ancora lui, Berlusconi, il quale, in attesa di scontare la sua pena  ridicola (a proposito, quando???), gioca di attesa e ricostruisce, trama, stabilisce, indirizza, nella speranza che alla prima crisi che determini il ritorno alle urne possa ributtarsi nella sua arena preferita: la campagna elettorale.

Che, d’altra parte, ormai vincere è un gioco da ragazzi. Non c’è mica il rischio di trovarsi contro un Romano Prodi qualsiasi.

Berlusconi_with_Napolitano_in_the_Quirinale's_Palace