Cambiano i tempi e le modalità di rifornimento energetico. Così, accanto ai Raee, i cosiddetti rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, si fanno strada anche i più moderni e innovativi pannelli solari, tra i protagonisti di sviluppo sostenibile ed energia pulita. Dai vecchi congegni fotovoltaici, infatti, è possibile ricavare materie prime utili e preziose, come vetro, alluminio, silicio, rame, argento e altri metalli. Un impianto fotovoltaico ha la durata media di circa venti, venticinque anni, motivo per il quale le politiche di corretto smaltimento e riciclo dei pannelli prenderanno il via tra alcuni anni.

Tuttavia, la copertura nazionale in materia di energia solare si attesta intorno al 7% sul fabbisogno totale, con più di cinquecentomila impianti installati. Molti produttori hanno già intrapreso il percorso smart di repowering degli impianti, sostituendo i vecchi pannelli con quelli di ultima generazione; si presenta così necessaria un’adeguata politica di smaltimento e riciclo dei materiali.

Per separare le componenti dei pannelli è possibile adottare due sistemi: quello termico, assai dispendioso in termini d’impatto ambientale, e quello meccanico, decisamente meno invasivo. Quest’ultima modalità è ampiamente adoperata dall’azienda vicentina Sea Ecoservizi che, dallo smaltimento di elettrodomestici, è passata ad occuparsi anche del riciclo dei pannelli solari. Il processo meccanico si articola in due fasi: durante la prima si tende a separare il vetro della parte superiore, che, una volta triturato, può essere rivenduto.

Nella seconda fase, invece, si passa al trattamento delle celle, un passaggio più ostico dovuto alla forte aderenza del silicio che richiede maggiori accorgimenti tecnici. Fotovoltaico come risorsa energetica e miniera a cielo aperto per l’estrazione di materiali preziosi, dunque. Un’altra prospettiva utile al potenziamento e sviluppo di energia pulita che offre vantaggi anche dal versante apparentemente opposto.

Nell’ambito del riciclo e recupero dei materiali utilizzati per i pannelli fotovoltaici, opera il Cobat, Consorzio italiano per il riciclo di pile e accumulatori energetici, da qualche anno attivo anche nello smaltimento di Raee e pannelli fotovoltaici. Con il supporto di novanta aziende, Cobat ha avviato la filiera di raccolta dei moduli fotovoltaici in tutto il paese, stipulando un accordo con Sea Ecoservizi dal quale è nato il marchio Futuraee, che si occuperà dello sviluppo di diversi comparti aziendali.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org