Capita che dalle mie parti (a Follonica) il Comune decida di installare due autovelox ai margini del centro abitato, nella direzione che porta alla zona industriale. La notizia passa su una testata locale on-line seguita nella zona: ilgiunco.net. A colpire è il commento del movimento “spirito libero”, che unisce socialdemocratici, socialisti e moderati che, secondo quanto leggiamo nell’articolo (clicca qui), si oppongono alla decisione dichiarando: “Nessun preavviso alla cittadinanza, nessun percorso partecipativo. In una strada in cui non ci pare rappresenti luogo di continui incidenti l’amministrazione comunale ha posto ‘due macchinette fisse’. La sensazione è che la sicurezza stradale in questo caso c’entri poco e vi sia solo la volontà di far cassa: in un momento di grande difficoltà i cittadini, in particolare i lavoratori del Casone, e i visitatori avranno una difficoltà in più, francamente evitabile”.

Il commento e la notizia sono passati su facebook, non so dire con quale celerità o partecipazione, ma sicuramente nel mio giro di “amicizie” hanno avuto un certo successo. Il paradosso è evidente: un autovelox non è un muro in mezzo a una strada o una “difficoltà”, ma è uno strumento per verificare che si rispetti il codice della strada. È un po’ come la polizia municipale che passa a fare le multe alle macchine in doppia fila. È un controllo, peraltro legittimo se condotto secondo legge, e non un illecito. Ma l’idea che un autovelox sia un impedimento un po’ preoccupa.

Il fatto cioè che “la prassi” per la normale vita dei cittadini sia non rispettare le regole e nel momento in cui il fantomatico Sire predispone dei controlli ecco che si scatena la “beffa”, la “truffa” per i cittadini. Questo, sia chiaro, al di là del fatto locale, è un tratto comune a diversi atteggiamenti che riscontriamo in giro. L’episodio delle mie zone d’origine è nulla più che un simbolo, un embrione di un pensiero che percepisco diffuso in questo Paese.

Finiremo forse, con questo modo di pensare, per delegittimare qualsiasi legge non si confaccia ai nostri interessi in un determinato momento. Se sbagliamo è sempre colpa di qualcun altro, quello che ha fatto la legge o quello che ha fatto in modo che si rispettasse. Viviamo un’eterna infanzia in cui dare la colpa a qualcuno, sempre e comunque. Sarebbe interessante che qualcuno lo studiasse.

Mi piacerebbe capire se le malefatte nelle e delle istituzioni non siano in realtà il vero motivo che spinge i cittadini, ora più che prima, a essere sempre e comunque riottosi verso le stesse. Di bello c’è che questo Paese non smette mai di stupirmi e continua, pian piano, a farmi preoccupare.

Penna Bianca  –ilmegafono.org