Un gruppo persone di nazionalità francese sospettate di attività terroristiche è stato fermato nei giorni scorsi durante alcuni controlli nel centro storico di Roma, alla vigilia della grande manifestazione che oggi riunirà nella capitale attivisti contro la precarietà del lavoro e le politiche di austerity, oltre che sostenitori del movimento No Tav. La notizia dell’arresto ha alimentato le speculazioni  sui rischi di “sicurezza” per la Capitale e sulla possibilità di un nuovo 15 ottobre, in riferimento agli scontri e alle violenze avvenute due anni fa a piazza San Giovanni. Due degli arrestati, in particolare, avrebbero già partecipato a disordini in cui sono stati coinvolti altri  “No Tav” .

Gran parte della stampa ha quindi etichettato l’evento di oggi come la manifestazione dei “No Tav a rischio sicurezza” , come se la presenza del movimento contrario alla linea ferroviaria ad alta velocità in Val di Susa rappresenti di per sé un “pericolo”. È ormai da tempo che la protesta dei No Tav viene associata  a violenza ed estremismo. Gli analisti dell’intelligence italiana, in una recente analisi riportata da Huffington Post, sostengono che negli ultimi mesi il movimento No Tav si sia svuotato di gran parte delle sue motivazioni di base (tutela della salute e del territorio) per assumere un ruolo di contrapposizione globale al sistema, su tematiche di carattere sociale (casa, precarietà, lavoro).

“Questo starebbe producendo un progressivo distacco della gente della Val di Susa dalle modalità sempre più violente della protesta e dall’escalation di minacce e azioni contro uomini, imprese e mezzi coinvolti nella costruzione della Torino-Lione, secondo una strategia imposta dall’arrivo in forze di gruppi di antagonisti e di anarchici”, secondo l’analisi dei servizi segreti.  È di fine settembre la notizia di tre buste anonime, con dentro un proiettile ciascuna, calibro 7,65, fermate al centro di smistamento postale a Torino. Le tre lettere erano dirette ai segretari regionali dei sindacati edili: Pierluigi Guerrini (Feneal-Uil), Piero Donnola (Filca-Cisl) e Lucio Reggiori (Fillea-Cgil).

Le lettere erano anonime e contenevano, oltre al proiettile, una lettera di minacce. “No Tav No valico. Alzare il tiro: pagherete caro pagherete tutto”. Ci sono poi i casi di imprenditori minacciati e perfino di un giornalista de La Stampa cui è stato recapitato un hard disk esplosivo. Tutti episodi che comprovano le paure dell’intelligence. Per evitare però che la protesta venga effettivamente svuotata delle sue vere motivazioni occorre ricordare come è nata:  i movimenti considerano la linea ad alta velocità progettata in valle di Susa un’opera troppo costosa e non necessaria a migliorare la qualità dei trasporti tra la Francia e l’Italia, spinta da soggetti interessati unicamente alla possibilità di ingenti profitti.

Inoltre, secondo i comitati di protesta, il progetto avrebbe un impatto devastante e irreversibile sul territorio attraversato. In primo luogo, la linea ferroviaria sottrarrebbe suolo alla valle, specie nelle rare zone pianeggianti ancora libere, occupandolo con vaste opere di servizio. Poi c’è il problema di tunnel ed interramenti che andrebbero ad intaccare l’equilibrio idro-geologico con elevata probabilità di perdita di sorgenti e di impoverimento di torrenti. Infine, vanno valutati i possibili effetti sia sugli acquedotti che sulle colture.

In alcuni specifici siti di superficie nei pressi del tracciato attraversato da gallerie si è rilevata presenza di amianto e uranio. Al 2013 non si hanno conferme né sulla presenza né sull’eventuale densità di questi materiali lungo il tracciato di scavo. Nel caso in cui venisse confermata una presenza massiccia di amianto, però, si potrebbe averne diffusione durante i lavori sino alla periferia della vicina Torino e oltre, sia a causa dei trasporti, sia a causa dei forti venti caratteristici della valle.

La protesta  “No Tav” è quindi prima di tutto una protesta per la difesa dell’ambiente, del territorio, della storia di una regione e dei suoi figli. La violenza non c’entra nulla.

G. L. -ilmegafono.org