Un lembo di terra, uno dei più incantevoli, nell’estremo punto meridionale della Sicilia, proprio lì dove si celebra l’incontro tra mar Ionio e Canale di Sicilia, già più a Sud di Tunisi. L’Isola delle Correnti, un paradiso terrestre in territorio di Portopalo (Sr), a due passi da Capo Passero, un luogo selvaggio dove si incrociano due tratti di costa, con colori diversi, caratteristiche diverse. Meta prediletta, da anni, di turisti e appassionati, innamorati proprio della sua bellezza incontaminata, oggi si trova al centro di un assalto compiuto da chi ha deciso, grazie all’autorizzazione degli enti preposti, di impiantarvi un lido, con tanto di bar e ristorante. Tutto in regola dicono i gestori, tutto secondo legge.

Peccato però che quella sia un’area SIC (Sito di Interesse Comunitario) e ZPS (Zona a Protezione Speciale) dal 2003 e che la legge regionale impedisca che ci siano strutture di alcun tipo entro i 150 metri dal mare, a meno che ciò non sia previsto dal PUDM, cioè il Piano di utilizzo del demanio marittimo. Ma in Sicilia, solo il comune di San Vito Lo Capo è dotato di tale piano. L’ennesimo assalto alle coste, le poche rimaste libere in provincia di Siracusa. La Regione, sollecitata dal movimento di protesta, con protagonista Legambiente, ha avviato un’ispezione specificando comunque che si tratta di una zona da tutelare assolutamente.

Intanto, però, le strutture sono montate e pronte ad accogliere i bagnanti e i turisti, abbattendo definitivamente il carattere selvaggio e incontaminato che tanto piaceva agli assidui frequentatori del posto. Nell’attesa dell’esito di questa vicenda, che è ancora in divenire e ricca di aspre polemiche, quello che sicuramente va sottolineato è il fatto che la provincia di Siracusa continua a commettere gli stessi errori in materia di modello di sviluppo e di tutela dell’ambiente. 

Dagli anni ’60 a oggi, quasi tutti i tratti di costa (soprattutto di spiaggia) destinati alla pubblica fruizione sono stati sottratti, risucchiati dalle mire fameliche di privati e di imprenditori più o meno improvvisati. A nord della provincia, è stata l’industria a rendere praticamente inutilizzabile la costa: da Priolo Gargallo a Siracusa, l’unica spiaggia libera fruibile è quella di Marina di Melilli, un piccolissimo tratto (con alle spalle il triste panorama della centrale dell’Enel) balneabile solo dopo l’entrata in funzione del depuratore consortile dell’Ias (1984).

Da Marina di Melilli fino al Porto Grande di Siracusa niente di utilizzabile, per la presenza di attività industriali, di residui di amianto (scaricati in mare e sul terreno dalla ex Eternit), del pontile petrolifero della Erg, dello scarico fognario nell’area della Tonnara di Santa Panagia e, infine, delle acque reflue del depuratore che scaricano sul Porto Grande, impedendo la balneazione anche fuori dall’area portuale. La zona costiera che va verso la parte sud della città, invece, è stata fortemente compromessa da un abusivismo selvaggio che, nel corso degli anni, ha inghiottito il mare, o meglio, il lungomare. Né a Fontane Bianche, né all’Arenella esiste una passeggiata sul mare, perché tra la strada e la riva è tutto un susseguirsi di ville e villette, la maggior parte delle quali abusive e poi sanate, accessi chiusi illegalmente, cancelli e blocchi di cemento piazzati senza alcuna autorizzazione.

Un’occupazione priva di criteri dentro a una storia piena di clientele, omissioni, concessioni. In mezzo, l’area marina protetta del Plemmirio che, per fortuna, ha permesso di salvaguardare una zona nella quale l’abusivismo aveva  già portato le ville e le strutture direttamente a ridosso degli scogli. Proseguendo ancora più a sud, passando nei comuni di Avola, Noto e Pachino, si possono scorgere gli effetti dell’uso commerciale delle spiagge. La bellissima spiaggia di San Lorenzo, in territorio di Noto, è stata chiusa, quasi interamente, da un imprenditore siracusano, per farne un centro balneare a pagamento, ancor prima di avviare la richiesta di concessione e ottenere (soltanto in un secondo momento) il nulla-osta dalla pubblica autorità.

A disposizione dei comuni mortali rimangono solo fazzoletti di sabbia o le aree contigue alle foci dei fiumi, inquinati dagli scarichi fognari dei comuni, privi di depuratori o con impianti inefficienti. Così avviene nella zona tra Avola e Calabernardo, dove sbocca l’Asinaro, o nella zona a sud di Eloro, dove finiscono le acque del fiume Tellaro, inquinate dai reflui del comune di Rosolini. Anche qui, l’unica salvezza sono le riserve, come l’oasi naturale di Vendicari, che ha consentito di preservare l’ambiente marino, la fauna e la flora di una delle aree naturalistiche più ricche d’Europa. Nella zona di Pachino, rimane libera la parte di costa che parte da Capo Passero e attraversa la punta estrema ionica della Sicilia, presso l’Isola delle Correnti, per proseguire sul Canale di Sicilia.

Qualche anno fa, la lingua di spiaggia in località Carratois, proprio a ridosso dell’Isola delle Correnti, una porzione di costa meravigliosa con le sue alte dune naturali, è stata occupata da un lido, con il suo contorno di musica a palla, feste notturne (soprattutto 10 e 15 agosto) con quintali di immondizia rimasta a giacere tra la sabbia e la macchia mediterranea, le dune calpestate dal passaggio dei bagnanti: un’invasione che ha strappato l’atmosfera unica di un posto di rara bellezza. Adesso, tocca all’ultimo pezzo di spiaggia libera, quello antistante l’isolotto, dove si sta realizzando il lido della discordia. L’estate, a sud di Siracusa, è già iniziata, mentre le spiagge libere e i luoghi incontaminati sono ormai agli sgoccioli.

Massimiliano Perna –ilmegafono.org