Da pochi giorni è stata presentata agli Stati Generali, da Francesca Velani, vicepresidente di Promo PA Fondazione, la Magna Charta per il volontariato dei Beni Culturali, un progetto sostenuto da Cesvot e Regione Toscana. La Toscana ragiona sul volontariato nel campo dei beni culturali per qualificarne la missione sulla base dell’art. 9 della Costituzione e dell’evoluzione della società che si riflette, in modo particolare, nella riforma del Titolo V della Costituzione e nel Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il Titolo V della Costituzione stabilisce, allart. 118, che Stato, Regioni, città metropolitane, Province e Comuni favoriscono lautonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività dinteresse generale. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio ribadisce il valore educativo e civile del patrimonio culturale e chiama più soggetti, pubblici e privati, a concorrere alla sua valorizzazione.

Le istituzioni e le associazioni di volontariato che si riconoscono nella Magna Charta si impegnano nell’affermazione di questi principi e, sulla base delle convinzioni maturate dalla comunità dei volontari e dei professionisti della cultura e della lunga pratica delle associazioni di volontariato nella regione, riconoscono nel volontariato questi valori e queste funzioni.

 Il manuale del volontario nasce nell’ambito delle attività che Cesvot ha realizzato negli ultimi anni a supporto delle associazioni di volontariato che operano nel settore dei beni culturali. A partire dal 2008, grazie anche alla collaborazione con la Federazione Toscana Volontari Beni Culturali, il Cesvot ha sostenuto momenti di riflessione e confronto sul territorio con lo scopo di rafforzare la visibilità delle associazioni e la loro capacità di fare rete.

Una prima importante tappa di quel percorso è stato il convegno “Il volontariato nei beni culturali: lo stato dell’arte in Toscana”, promosso nel 2009 proprio all’interno di Lu.Be.C.
 Quella prima significativa presenza del volontariato toscano al salone Lu.Be.C. ha segnato anche l’avvio della collaborazione fra Cesvot, Fondazione Promo P.A., la Regione Toscana e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici. Nel 2010, infatti, è stato attivato un percorso di riflessione e ascolto delle associazioni di volontariato per capire come
 rendere più efficace e incisivo il rapporto tra volontariato dei beni culturali e istituzioni.
 Da quella esperienza, presentata a Lu.Be.C. 2010, è emersa una necessità e volontà comune: realizzare, in modo condiviso e partecipato, delle linee guida che contribuissero a sostenere e regolamentare la collaborazione tra volontariato ed istituzioni.

L’ICOM Italia ha individuato, tra le cinque linee d’azione su cui sviluppare politiche culturali innovative, la necessità di formare un numero sempre maggiore di volontari per i 
musei, questione definita determinante per uscire dalla crisi presente.
 Sulla base delle esperienze realizzate, si evince che le attività principali svolte nel settore da
 volontari in gruppi o associazioni sono: sorveglianza, accoglienza, mediazione e interpretariato, 
assistenza per la fruizione (ad esempio: anziani e disabili), informazione e orientamento,
rapporti con il territorio. Vale a dire che essi operano lungo quasi tutta la filiera relativa ai beni oggetto di 
valorizzazione, siano essi in un museo, area archeologica, edificio monumentale, o zona a
 vincolo paesaggistico, ecc. 


È, quindi, evidente che per un istituto impegnato nella promozione della cultura e dell’arte,
 soprattutto nel caso di un ente pubblico, l’attività di coinvolgimento dei volontari dovrebbe 
avere una forte base organizzativa e di programmazione, premessa necessaria all’integrazione 
dei volontari, tenuto conto della diversità dei compiti, sia rispetto al personale di ruolo, sia
rispetto ai concessionari dei servizi, oltre che con le altre attività dell’Ente.

Quanto sopra è da considerarsi premessa alla realizzazione della Magna Charta del Volontariato 
per i beni culturali, fortemente voluta e sostenuta da Cesvot e Regione Toscana, in
 collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana –
MiBAC e Promo PA Fondazione. Il progetto è nato con l’obiettivo di creare in Toscana un
 percorso per il riconoscimento, la programmazione e l’organizzazione dell’attività del
 volontariato nell’ambito del patrimonio culturale statale e locale, attraverso un progetto pilota
 che oggi rappresenta un modello replicabile ed esportabile.

La Magna Charta è un’occasione di crescita, un’opportunità per promuovere il riconoscimento, 
la programmazione e l’organizzazione dell’attività del volontariato nell’ambito del patrimonio 
culturale statale e locale che, se sfruttato al meglio, come accade in altri paesi d’Europa come la Germania, potrebbe dare degli ottimi frutti e lasciarci sperare in una lenta ma incisiva ripresa del settore.

Angelo De Grande -ilmegafono.org