Un’immagine vivida ancora nella mente, un ricordo che si trasforma in emozione, un’emozione che viene esternata per mezzo di un’arte che, come nessun’altra, riesce a trasmetterla e manifestarla degnamente, quale è la musica. Tutto ciò è un procedimento psicologico che rappresenta per il musicista un momento di grande ispirazione compositiva, come un flash di una polaroid che rende più chiaro ciò che ci circonda, un lampo di luce che schiarisce l’interiorità e i sentimenti riferiti a quell’immagine presente nella nostra mente. Gli Speedliner ci insegnano come questo processo non sia solo idealistico, ma si possa anche concretizzare nella realtà e, in particolare, nelle sale di registrazione.

La formazione degli Speedliner risale solo al luglio del 2010, ma la band può già vantare la pubblicazione di un album intitolato, appunto, “Flash”. Pubblicato nel 2012, il disco è composto da 10 tracce ed esprime tutto ciò che i giovani membri, provenienti dalle terre lombarde, hanno estrapolato dalla loro generazione: un’attenta riflessione sull’interiorità e sull’approccio verso la società, mettendo in risalto gli errori compiuti insieme alla volontà di migliorare dal passato. Lasciando da parte l’aspetto morale che il lavoro discografico ha il fine di trasmettere, passiamo razionalmente alla parte musico-compositiva e sonora.

“Flash” racchiude in sé in modo predominante i suoni new-age, accostati occasionalmente a ritmi un po’ più tradizionali che si avvicinano tal volta al rock, altre al pop o addirittura al noise. Una musica che ha spesso come elemento centrale i sintetizzatori, i quali catapultano quasi obbligatoriamente, in una sorta di atmosfera alienante, l’ascoltatore. Talvolta si apprezzano anche melodie più tranquille e spensierate, che ovviamente vengono disegnate dalle vibrazioni delle corde di una chitarra elettrica, ed altre più esaltanti e dirompenti nelle quali pulsa la vena pop-rock della band.

Merita citazione anche l’aspetto tecnico delle composizioni: non ci si limita solo a melodie o basi musicali semplici, ma è invece composto da qualcosa di più corposo ed articolato, e che denota come la band possieda delle qualità sulle quali può lavorare per migliorare ulteriormente a livello compositivo.

Nel complesso dunque “Flash” è un lavoro apprezzabile e di buona compagnia per uno di quei momenti di riflessione, di pausa, di distacco dal mondo frenetico che viviamo quotidianamente; un album, e una band, che hanno l’intento di ricordare come il fine musicale non si possa limitare al suo solo fenomeno acustico, ma che invece sia anche una grande fonte di emozioni, sentimenti e ricordi.

Manuele Foti -ilmegafono.org