Ci si avvicina a Natale, ma in molti territori non c’è spazio per il riposo e per le serate in famiglia. Ci sono luoghi in cui si combatte ogni giorno e lo si fa tutti insieme, senza pausa, per fermare mostri ambientali che qualcuno, in barba alle normative in materia, vuole imporre alle popolazioni. Niscemi, provincia di Caltanissetta, nel cuore della Sicilia, quella dei paesaggi incantevoli fatti di colline verdi in inverno e aridissime e gialle in estate. C’è un impianto, si chiama MUOS (Mobile User Object System) ed è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari della marina militare statunitense, dotato di cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, con tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne elicoidali UHF alte 149 metri. Le antenne paraboliche basculanti hanno un diametro di 20 metri: si prevede un totale di 2059 mq di cementificazione.

Sarà utilizzato per coordinare in modo capillare tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza pilota che saranno allocati anche a Sigonella. Gli USA vorrebbero installarlo nella base di Contrada Ulmo a Niscemi, nel pieno della Riserva Naturale Orientata Sughereta, già indicato Sito di Importanza Comunitaria, dove nel 1991 è stata installata, tra le polemiche, la più grande base militare americana del Mediterraneo per le telecomunicazioni: la NRTF. Ne avevamo già parlato due mesi fa, quando (il 5 ottobre) la Procura di Caltagirone, al termine di una lunga attività di indagine, aveva disposto il sequestro dell’area e degli impianti per violazione delle leggi sull’ambiente.

Una decisione accolta con entusiasmo da tutti i cittadini di Niscemi e di tante altre città siciliane, che hanno avviato una dura battaglia contro questo ecomostro pronto ad uccidere con le emissioni di onde elettromagnetiche e a fungere da supporto fondamentale per eventuali azioni di guerra. Un entusiasmo breve, visto che dopo poco più di 20 giorni il Tribunale delle libertà di Catania ha accolto il ricorso dell’Avvocatura dello Stato, a cui si era rivolto il ministero della Difesa, annullando il provvedimento di sequestro dei giudici di Caltagirone.

Una doccia fredda, che però non ha scoraggiato il movimento, compatto e trasversale, cresciuto nella ormai diffusa consapevolezza del valore della tutela dell’ambiente e della salute, determinato a non fermarsi dinnanzi all’accelerazione impressa dalle ditte impegnate nella realizzazione dell’impianto, che vorrebbero attraversare la città per portare nel cantiere la gru necessaria al sollevamento e al posizionamento delle parabole, nonostante il diniego, deliberato dal consiglio comunale niscemese, di effettuare sul territorio comunale trasporti eccezionali di materiale destinato alla base NRTF. Diniego deliberato anche dal Comune di Caltagirone. La gente, da circa un mese, presidia le strade di accesso e l’area della base per impedire il passaggio di camion.

Centinaia di persone, attivisti, amministratori, giovani (che hanno il merito straordinario di aver ridato spinta al movimento, dopo un momento di delusione e scoramento), artigiani, agricoltori, madri, semplici cittadini uniti nella difesa del proprio diritto di autodeterminazione, un concetto che va ben oltre la tutela dagli effetti delle onde elettromagnetiche e che attiene alla sfera inviolabile della dignità.

In attesa del pronunciamento della Cassazione (atteso a breve, forse già entro la fine di dicembre) e con la rabbia dovuta alle promesse fino ad ora disattese del neogovernatore Crocetta (il quale in campagna elettorale aveva garantito, come primo atto del suo governo, la revoca dell’autorizzazione alla realizzazione del MUOS, mentre adesso prende tempo chiamando inutilmente in causa l’ISS, nonostante i tanti studi ufficiali già effettuati, che attestano i danni gravi alla salute prodotti dall’impianto), la popolazione di Niscemi e di altre aree della Sicilia ha deciso di non cedere e si prepara a difendere con ogni mezzo la propria libertà e il proprio territorio.

C’è una battaglia durissima in corso, di intensità non inferiore a quella contro la Tav in Val di Susa, eppure del meraviglioso movimento del NO MUOS i media nazionali non si occupano più di tanto, per non dire che non se ne occupano affatto. Nel nostro piccolo, in questo spazio di dibattito, sentiamo il dovere di continuare ad interessarcene e di sostenere pienamente questo fondamentale e coraggioso presidio di libertà, civiltà e lotta nel cuore di un’isola che le istituzioni (nazionali e regionali) hanno pensato ancora una volta di svendere e di violentare in silenzio, sperando di non incontrare alcuna resistenza. Per fortuna, però, come cantava De Gregori, “è la gente che fa la storia, quando si tratta di scegliere e di andare”. In Sicilia, la gente resiste, non accetta, non si arrende. Sceglie. E forse, stavolta, riuscirà a cambiarla questa maledetta storia.

Massimiliano Perna –ilmegafono.org