Era la notte tra il 30 settembre ed il 1° ottobre 2009 e, come spesso accade nelle notti d’autunno, pioveva. Purtroppo però quella notte ebbe ben poco di normale: la quantità eccessiva di pioggia, cadendo su di un territorio non debitamente controllato e curato, provocò un vero e proprio fiume di fango che, sceso dalle montagne della costa ionica del messinese, investì alcuni sfortunati comuni: Giampilieri, Scaletta Zanclea, Altolia e Molino. Il fango imperversò per le strade, trascinando con sé cassonetti ed automobili, ed entrò in moltissime abitazioni. In quella terribile notte del 2009 ben 37 persone persero la vita, alcune perché trovatesi nell’impossibilità di scappare, altre, come Simone Neri, nel tentativo di salvare più vite possibili. I più “fortunati”, i sopravvissuti, già dal giorno successivo si trovarono a fare i conti con la dura realtà: molti di loro non potevano far rientro nelle proprie abitazioni. Addolorati per la perdita di molti parenti ed amici, terrorizzati all’idea che una nuova “bomba d’acqua” li investisse e li uccidesse e sfollati. “Ristai ’a nuda”, la frase di Francesco Giardina, un 81enne che quella notte perse tutto tranne la vita, sintetizza perfettamente la situazione.

Ad aggravare ulteriormente una situazione così tanto triste (e, ammettiamolo, vergognosa, perché in uno Stato normale un po’ di pioggia non può provocare simili tragedie, basti pensare a quanto diversamente siano andate le cose a New York, investita da un uragano) ci furono le sterili polemiche che volevano in un qualche modo far ricadere le colpe della tragedia sulle vittime, sui cittadini. Quella di Giampilieri fu inizialmente trattata come una tragedia di serie B. Eppure, con il passare degli anni, qualcosa è stata fatta. “Ogni primo di ottobre, da tre anni a questa parte, il pensiero è rivolto alle trentasette vittime e a un dolore indelebile”, ha detto il Presidente del Comitato cittadini di Giampilieri, Corrado Manganaro, in occasione del terzo anniversario della tragedia. “A distanza di tre anni – ha continuato- Giampilieri sta iniziando a rialzare la testa, e siamo determinati affinché si ritorni come e meglio di prima reagendo veramente a questa immane disgrazia”. Manganaro, facendo un resoconto della situazione dei lavori per la messa in sicurezza della zona, ha affermato che molto è stato fatto anche se manca quello che forse è l’intervento più importante: la realizzazione del canale fugatore.

“Siamo comunque estremamente contenti – ha aggiunto – e devo dire che, all’indomani della tragedia, nessuno credeva che tali lavori venissero effettuati”. Una soddisfazione che sembrava legittimata dai dati ufficiali, secondo i quali, oltre il 70% dei lavori per la messa in sicurezza della zona sono stati portati a termine. Purtroppo però questa soddisfazione, la speranza per Giampilieri ed i suoi abitanti di poter tornare ad una vita normale, è durata ben poco. Lo scorso 31 ottobre è infatti scaduta l’ordinanza di Protezione Civile, una circostanza che, nei giorni scorsi, proprio in occasione della commemorazione della tragedia, aveva anticipato l’ingegner Pietro Lo Monaco, il responsabile della Protezione civile regionale, spiegando che, essendo già in regime di “prorogatio”, non potrà essere rinnovata. “Cesserà l’assistenza alla popolazione – ha spiegato Lo Monaco – e quindi bisogna sbloccare il prima possibile, insieme all’ufficio del soggetto attuatore, tutte le pratiche di rimborso in sospeso”.

“Il mio ufficio – ha poi aggiunto – continuerà a lavorare per completare il programma, seppur in regime ordinario. Questo significa, ad esempio, che gli appalti non potranno essere assegnati con procedure negoziate ma attraverso bandi pubblici, con tempi, dunque, più dilatati. I progetti sono quasi pronti, il problema è che manca all’appello l’ultima ‘coda’ di risorse, speriamo che arrivino e non ci facciano aspettare altri due anni”. Proprio il giorno in cui è scaduta l’ordinanza la natura ha dimostrato quanto ciò fosse inopportuno. Una forte pioggia ha portato con sé nuovi smottamenti e dalla montagna ancora una volta sono scesi detriti che hanno invaso una delle vie di Giampilieri. Sembra proprio che per gli abitanti di Giampilieri sia ancora lontana l’agognata serenità, oltre un migliaio di loro dallo scorso 31 ottobre ha perso il diritto al contributo all’affitto e, a giudicare dallo stato dei cantieri per i lavori di contenimento (fermi per mancanza di fondi),  tutti loro hanno perso il diritto a sperare di poter tornare in tempi brevi a vivere nel loro amato paese.

Anna Serrapelle- ilmegafono.org