Per quest’ultimo numero prima della pausa estiva vi ho riservato un viaggio mentale intercontinentale che ci permetterà per qualche minuto di dimenticarci della povera e triste Italia.

Siamo nel Messico del sud, nella regione di Oaxaca, a circa 2000 metri sul livello del mare, esattamente ad Atzompa, una piccola cittadina vicina al più famoso sito di Monte Alban, fondata tra il 650 e il 900 d. C. Qui, alla fine dello scorso aprile, durante “The Archeological Project of Aztompa’s Collection of Historic Buildings”, è stato rinvenuto, dagli archeologi Eduardo Garcia e Jaime Vera, un complesso funerario antico di un migliaio di anni fa, composto da tre camere funerarie stranamente piazzate verticalmente, una sopra l’altra, a creare un piccolo edificio funerario che, per la sua struttura, non ha confronti stilistici nella regione.

Risulta importante sottolineare, inoltre, che una delle tre stanze è adornata di decorazioni murali che alludono al gioco rituale della palla difficilmente riscontrabili, fino a questo momento, nei complessi funerari della cultura zapoteca.

Questo piccolo centro, che si pensava orbitasse attorno alla cultura del grande centro culturale e politico di Monte Alban, si è invece dimostrato indipendente, quantomeno nelle tecniche costruttive e nelle tipologie utilizzate per la realizzazione di questi complessi funerari probabilmente destinati all’élite della città. Questa struttura, inserita nel 6° edificio del sito archeologico di Oaxacan, rappresenta un grande passo avanti per approfondire le conoscenze di questi antichi e lontani popoli cancellati dagli europei in seguito alla “scoperta” del Nuovo Mondo, aprendo il dibattito a nuove e stimolanti domande.

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Angelo De Grande -ilmegafono.org