La musica classica è quel genere musicale che ha il compito di conservare i capolavori del passato,  capolavori in senso compositivo e melodico che illustri musicisti, ben diversi da quelli odierni, hanno prodotto grazie alle loro geniali menti. Melodie che seppur composte in epoche lontane dalla nostra sono tutt’oggi conosciute, spesso inconsapevolmente, da ogni singolo individuo. Alcuni esempi di tali opere sono riconducibili a quello che è ritenuto il più grande musicista francese di sempre e del quale quest’anno ricorre il 150° anniversario della nascita: Claude-Achille Debussy.

Nato il 22 agosto 1862, il giovane Debussy, all’età di soli 10 anni, era già avvolto dagli studi musicali nel Conservatorio di Parigi; al termine del suo percorso formativo nella capitale francese seguì, nel 1884, la vittoria dell’ambito Premio di Roma che gli permise di soggiornare nel nostro paese per approfondire le sue conoscenze e di studiare a fondo l’arte italiana. Il genio si mise in mostra e il successo musicale non tardò ad arrivare, nonostante la sua vita tutt’altro che tranquilla e morale.

Subì le influenze di generi musicali differenti per il periodo, cercò di amalgamare musiche apparentemente distanti come quelle di Chopin e Mussorgskiy, rendendo così il suo stile unico e innovativo, uno stile che ha sviluppato la complessa tecnica compositiva dell’atonalità e dell’uso delle insolite scale esatonali. Debussy e le sue opere pianistiche ed orchestrali sono ritenuti la sintesi dell’impressionismo musicale, nonché i precursori dell’odierna musica classica e leggera.

Le opere del maestro francese hanno rappresentato un punto di svolta oltre il quale sono state abbattute le barriere tonali, barriere in cui rimasero intrappolati molti dei suoi illustri predecessori e dalle quali adesso il musicista odierno si può divincolare. Un altro esempio di come le idee apparentemente strane possono migliorare la musica e la sua storia, idee innovative che proiettano noi stessi e le nostre menti verso percezioni differenti di ciò che ci circonda.

Manuele Foti –ilmegafono.org