In queste calde giornate primaverili che annunciano l’arrivo dell’estate, molte band danno fondo alla loro vena compositiva per portare a compimento i propri progetti discografici. Come si dimostra ogni anno, questo periodo è quello prediletto per proporre al pubblico nuovi lavori musicali. L’hanno intuito anche i Linkin Park che stanno per ultimare il loro quinto album da studio, “Living Things”, che sarà disponibile in tutti i negozi di musica il prossimo 26 giugno.

La band capeggiata da Chester Bennington rappresenta dal 1996, anno in cui a Los Angeles vi è stata la sua formazione, una colonna portante del genere del neo-metal, un genere nato negli anni ’90 come alternativa all’heavy metal e che adesso, dopo varie metamorfosi, rappresenta degnamente a livello musicale il nuovo millennio, quello del progresso tecnologico: l’uso dei suoni digitali forniti dalle nuove periferiche audio viene unito alla classica strumentazione di una band, il tutto accompagnato da una potente voce. L’output fornito sono delle sonorità che alludono sia al metal che al rock, talvolta anche alla musica dance e a quella rap, ma al tempo stesso se ne divincolano generando così uno stile innovativo che raccoglie i gusti musicali della quasi totalità delle persone.

Per intendere meglio questo genere lasciamo che sia la musica stessa ad esporre i concetti espressi precedentemente; ed è ovvio che il nuovo singolo dei Linkin Park, Burn it down, il singolo d’anteprima del nuovo album, rappresenta un esempio più che valido. Energico e coinvolgente, un pezzo che è l’ennesima prova del perché la band statunitense sia leader in questo settore musicale e che lascia inoltre presagire come il seguito di A thousand suns sarà ancora uno strepitoso successo. La tracklist di “Living Things” è già stata resa nota: saranno 12 canzoni in cui si alterneranno ritmi puramente neo-metal, dove le chitarre della band saranno riportate alle origini con ritmi incalzanti simili a quelli d’inizio carriera, ad altri dove invece si evidenziano lo studio, l’elaborazione e la conseguente evoluzione del genere stesso.

Dunque attendiamoci un altro lavoro musicalmente interessante e che sicuramente ci terrà buona compagnia sotto l’ombrellone. Ci sembra inoltre doveroso sottolineare anche, da un punto di vista più musicale e tecnico, come lavori di questo genere aiutino l’evoluzione musicale e forniscano nuove possibilità melodiche; un esempio di come alla parola tecnologia, in questo caso tecnologia audio, non debba corrispondere necessariamente quella di semplicità.

 Manuele Foti –ilmegafono.org