Come avete sicuramente saputo guardando i telegiornali e leggendo i giornali, anche i beni culturali hanno sofferto nelle scorse settimane di maltempo. A questo proposito, Lorenzo Ornaghi, ministro dei Beni Culturali, ha dichiarato, durante il question time alla Camera dei Deputati, che il Mibac ha ritenuto indispensabile costituire una propria unità di crisi per far fronte alle future emergenze per il patrimonio culturale. Quest′organo farà capo al segretario generale del ministero, Antonia Pasqua Recchia, e si articolerà nel territorio grazie alle direzioni regionali per i beni culturali e paesaggistici con l′aiuto dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e dei Carabinieri. Il segretario generale avrà anche il compito di definire i codici e i protocolli da adottare in tutti gli uffici periferici per far fronte rapidamente alle emergenze.

Il ministro ha aggiunto che gli interventi più urgenti nelle regioni maggiormente colpite riguardano il consolidamento di molti edifici e la messa in opera dei tetti crollati per la neve, operazione che non dovrebbe superare i 20 milioni di euro.

Questa nobile iniziativa ci sembra alquanto strana. Sin dal lontano 1992, infatti, esiste in Italia uno strumento utilissimo, creato dall′Istituto Centrale del Restauro, oggi istituto Superiore, al fine di fornire agli istituti e agli enti statali e locali preposti alla tutela, salvaguardia e conservazione del patrimonio culturale, uno strumento di supporto per l′attività scientifica ed amministrativa, che permetta di prevedere su quali monumenti a rischio intervenire, per evitare danni irreparabili a cose e persone nel caso di un evento straordinario come un′alluvione o un terremoto.  Quindi, speriamo il ministro faccia in modo che vengano utilizzati tutti gli strumenti più all′avanguardia e le persone più capaci di questo paese per far fronte a tali rischi e che tutto ciò non sia solo l′ennesima montatura per distribuire denaro pubblico o per calmare la rabbia dei cittadini.

Bisognerebbe infatti arrabbiarsi davvero, perché è inutile prendersi in giro: se non si mettono in sicurezza tutte le strade, le autostrade, le ferrovie, gli acquedotti e le infrastrutture di questo povero paese, tutte queste buone intenzioni serviranno solo a raccogliere i cocci e riparare quello che inevitabilmente si romperà e non a prevenire il disfacimento del nostro patrimonio.

Angelo De Grande -ilmegafono.org