La tv incontra l’edilizia. Non aspettiamoci di trovare i volti delle annunciatrici storiche della Rai stampati sulle piastrelle della cucina. Il settore del riciclo va oltre, riutilizzando i vecchi schermi in vetro degli apparecchi televisivi ormai superati dai supermoderni schermi al plasma. Ed ecco che le 75 milioni di tonnellate di vetro finite nei Raee (rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici) diventano piastrelle per pavimenti e rivestimenti vari. Il vetro scartato dai vecchi televisori è stato ripulito e frantumato, per poi subire un processo di lavorazione chiamato “atomizzazione”: un reimpasto del vetro con sabbie e altri materiali utili alla produzione di eco piastrelle.

Danilo Bonato, direttore di ReMedia, consorzio per la gestione di tutti i rifiuti Rae, spiega quanto sia innovativo il progetto “Glass Plus”: è stato premiato con l’inserimento di “Eco innovation”, programma che supporta piani di innovazione eco-compatibile a livello europeo, ed è inoltre il primo progetto che mette a confronto due mondi cosi diversi. L’azienda che ha investito nella produzione di queste eco-piastrelle ha fatto progredire notevolmente scienza e tecnologia, dato che la procedura di reimpasto tra vetro e sabbie è un’operazione piuttosto complessa. Le tv dotate di tubo catodico, quindi, non finiscono del tutto nel dimenticatoio. Gli schermi sui quali qualche decennio fa comparivano le prime trasmissioni a colori diventano materiale utile per l’edilizia e per il progresso scientifico.

Il vetro dei vecchi televisori, se trattato correttamente, contribuisce alla riduzione di emissioni nocive nell’atmosfera, riduce i consumi energetici e la diffusione di polveri nocive nell’ambiente. Stando alle statistiche recenti sull’acquisto di televisori a schermo piatto, gli schermi in vetro “scartati” dovrebbero raggiungere un quantitativo tale da poter essere riutilizzati per rivestire circa 83000 appartamenti. Le dirette conseguenze del riciclo sono: risparmio del 20% sulle materie prime non riciclate e riduzione delle emissioni di CO2 dell’81%. Ben venga questo tipo di tv spazzatura. Riciclata, ovvio.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org