Lo scorso 25 ottobre si è registrata un′importantissima vittoria nella lotta alla criminalità organizzata. Si tratta di una vittoria che non ha eguali, che raggiunge i palcoscenici europei e che può determinare l′inizio di una nuova epoca di lotta all′interno dell′Unione Europea. Dopo oltre due anni di lavoro, infatti, il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza quasi assoluta la relazione sulla criminalità organizzata presentata dalla relatrice Sonia Alfano, del gruppo ALDE (Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l′Europa). Un lavoro che è frutto dell′impegno di numerosi politici italiani ed europei, tra cui l′eurodeputata del Pd, Rita Borsellino, i “relatori ombra” Rosario Crocetta (Socialisti e Democratici), Salvatore Iacolino (quest′ultimo del PDL e appartenente al PPE europeo), Dennis De Jong del GUE (Sinistra Europea), Jan Philipp Albrecht dei Verdi, ma non solo: al testo hanno collaborato anche diversi magistrati, tra cui Roberto Scarpinato, Nicola Gratteri e Luca Tescaroli.

Ma di cosa parla la relazione? Innanzitutto, urge ribadire che, per la prima volta, il tema mafia è entrato all′interno delle mura del Parlamento Europeo. E ciò è avvenuto, almeno per il momento, in maniera reale e concreta. Rispetto agli insuccessi di un tempo, infatti, da oggi finalmente possiamo affermare che l′Europa conosce e conoscerà il problema mafia quasi come lo si conosce in Italia. E per far ciò, la relazione recentemente approvata prevede alcune importanti novità nel campo della lotta alla criminalità: per incominciare, verrà creata la figura di un procuratore europeo antimafia, sconosciuto fino ad oggi, e con esso si avrà anche l′insediamento di una commissione europea antimafia; verrà riconosciuto il reato di associazione mafiosa da parte di tutti gli stati membri e ciò comporterà anche un rafforzamento delle squadre di investigazione comuni.

Inoltre, considerata l′abilità con cui la criminalità riesce ad infiltrarsi in ogni settore, sia economico che politico, in ambito europeo, la relazione prevede che il Parlamento si impegni, per mezzo della Commissione Parlamentare, affinché vengano stabilite leggi che evitino l′accesso ai fondi pubblici da parte della mafia e, pertanto, ad assicurare la tracciabilità degli stessi fondi. Questo, che è un problema piuttosto noto per le istituzioni italiane , è uno dei punti più importanti nella lotta all′infiltrazione mafiosa, pertanto è previsto che si presti maggiore attenzione soprattutto alle amministrazioni locali, che, secondo il testo, sono le più colpite. Inoltre, la stessa tracciabilità dovrebbe evitare che imprese collegate alla mafia possano partecipare a gare pubbliche.

Ma non è tutto. Un altro punto importantissimo è quello che riguarda la “fedina penale” dei politici europei: nel testo si chiede che le persone condannate per reati legati alla criminalità organizzata vengano escluse dalle liste elettorali e che, pertanto, i partiti di tutti gli Stati membri adottino dei codici interni simili, al fine di evitare casi ben noti come quello del deputato del Pdl Cosentino. E proprio a tal proposito, desta molta curiosità scoprire come si comporteranno i nostri partiti, i quali certamente non rispecchiano affatto un′immagine di onestà e trasparenza. Finalmente, quindi, l′Europa intera si armerà compatta contro la criminalità organizzata, con un′approvazione a larga maggioranza che sembra promettere bene: 584 voti a favore, 6 contrari e 48 astenuti. Spesso l′antimafia si ferma alle parole. Per fortuna, questa volta, il Parlamento Europeo le ha trasformate in fatti.

Giovambattista Dato -ilmegafono.org