Un asfalto che mangia lo smog? Sembra strano, ma esiste ormai da molti anni. È stato sperimentato in Italia in diverse città, anche in grandi centri urbani come Milano e sembra funzionare. Il suo effetto è quello di ridurre la quantità degli inquinanti organici liberati nell’atmosfera dalle auto, utilizzando il processo della fotocatalisi (paragonabile alla fotosintesi delle piante) per inglobare e fissare al suolo le particelle che formano le polveri sottili, rendendo quasi impossibile la loro dispersione nell’aria. È un’ “invenzione” tutta italiana che ha suscitato interesse anche all’estero, in Olanda ad esempio dove già viene utilizzato con successo. A molti potrebbe sembrare la panacea di tutti i mali, la soluzione all’inquinamento delle nostre città, all’aumento delle malattie respiratorie che, ormai è provato, è strettamente connesso al rilascio nell’atmosfera di polveri sottili.

Ma ovviamente non basta, così come non sono sufficienti le piste ciclabili o le domeniche a piedi e l’Ecopass, introdotto a Milano. Per combattere l’inquinamento è necessaria una strategia integrata e a lungo termine che porti a una riduzione del “famigerato” traffico. In un rapporto congiunto presentato il mese scorso, due associazioni, Aci (Automobil Club d’Italia) e Legambiente, danno un giudizio durissimo sui piani adottati dai sindaci per ridurre l’inquinamento e il traffico e propongono 13 misure per contrastare le due “piaghe” dei grandi centri urbani. “La mobilità per tutti nella città di domani” è il nome del documento presentato dalle due associazioni a Roma.

La loro ricetta prevede innanzitutto l’approvazione di una legge quadro, che consenta di attuare un piano della “mobilità sostenibile” a medio e lungo termine, per prevenire le emergenze, diventate ormai “ordinarie” nel nostro Paese. Aci e Legambiente suggeriscono lo strumento normativo della “Valutazione di impatto sulla mobilità” (sulla falsariga della Valutazione d’impatto ambientale) come procedura preliminare a qualsiasi intervento urbanistico-territoriale.

Per le due associazioni inoltre i Comuni dovrebbero dare priorità nei loro investimenti per la mobilità cittadina al servizio dei trasporti pubblici locali, sia per l’acquisto di mezzi meno inquinanti sia per un loro adeguamento al numero degli abitanti e all’estensione del centro urbano. Quindi aumentare gli autobus e le corsie preferenziali, laddove possibile. Tra le 13 proposte di Aci e Legambiente c’è poi lo sviluppo di parcheggi di scambio e residenziali sotterranei, l’ampliamento e l’incremento del numero delle isole pedonali e delle zone a “bassa velocità” (30 chilometri orari, una velocità che per altro è già obbligatoria sulle strade centrali di grandi capitali europee come Londra).

Altra proposta è quella di aumentare le piste ciclabili, mentre per rendere più scorrevoli le grandi arterie si dovrebbero realizzare vie verdi con sosta vietata. Infine il documento delle due associazioni prevede una misura che servirebbe anche a far ripartire l’industria automobilistica italiana: un piano di incentivi nazionale o locale e facilitazioni economiche a vantaggio delle famiglie per l’acquisto di auto più moderne, sicure e a minore impatto ambientale. Le proposte di Legambiente e Aci non sono sicuramente delle novità per i primi cittadini italiani, ma è solo attuandole congiuntamente che si possono rendere un po’ più vivibili città come Roma, Torino o Milano.

G. L. -ilmegafono.org