Il 16 e 17 giugno si sono riuniti a Roma scienziati, ingegneri ed imprenditori per discutere sul futuro e lo sviluppo dell’energia rinnovabile in Italia, in particolar modo per la produzione di energia elettrica. Protagonista assoluta dell’evento è stata l’Enea, che sta incoraggiando notevolmente lo sfruttamento dell’energia delle maree. I fondi di cui dispone l’Enea ammontano a circa 500mila euro, ottenuti dal ministero per lo Sviluppo Economico, e serviranno per sondare le zone più promettenti dal punto di vista energetico in tutto il Mediterraneo.

Attualmente l’energia delle maree è sfruttata solo in modo molto limitato, ma gli esperti garantiscono un enorme potenziale tutto da scoprire. Il rapporto “The Wave World&Tidal Market”, stilato dalla società finanziaria Douglas Westwood e reso noto dall’Enea, rivela che, tra il 2011 e il 2015, lo sfruttamento delle maree garantirà una produzione energetica di circa 150 MW. Nei prossimi cinque anni, inoltre, i mari godranno di investimenti pari ad 1,2 miliardi di dollari per arrivare ad una produzione tra i 20.000 e i 90.000 TW/h l’anno.

Gli scienziati italiani vantano un’esperienza ventennale nella progettazione e collaudo di questi impianti, ed i bilanci delle sperimentazioni sono più che favorevoli. Il meeting di due giorni, fortemente voluto dall’Enea, è dunque un’importante opportunità di incontro tra diverse realtà tecnologiche,scientifiche ed imprenditoriali che operano da qualche anno nel settore, proponendo un giusto confronto con la Terna (responsabile della rete elettrica nazionale) e con la Gse (Gestore servizi energetici).

I primi esperimenti nell’ambito dell’energia ricavata dalle maree risalgono agli anni ’70. L’esperienza italiana è piuttosto recente, ma vanta discreti risultati: il progetto Enermar ne è un esempio. Si tratta di un impianto a turbina verticale installato nei pressi dello Stretto di Messina. Vincenzo Artale, responsabile dell’Unità Tecnica Modellistica Energica Ambientale, spiega che in Italia ci sono tutti i presupposti per poter sfruttare al massimo questa fonte d’energia: km di coste, correnti marine, esperienza e tecnologia. Praticamente non ci sono né spazi né prospettive per il nucleare, che, speriamo, potrà soltanto essere considerato una vana ipotesi di rifornimento energetico.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org